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Settimana della moda di Parigi, giorno 2: magia nera da Dior e Saint Laurent, high-tech giapponese e gioielli agender

Sulla passerella, il nero ha il posto d’onore: di giorno, come sulle giacche kimono matelassé, e di sera, prima che appaiano tessuti stampati in cui gli intenditori riconosceranno una strizzatina d’occhio a Mitzah Bricard, fedele partner di Monsieur Dior. La sfilata, poi, si svolge sotto il segno delle grandi figure femminili della maison: Catherine Dior, sorella dello stilista, appassionata di giardini; ma anche Juliette Greco (il nero!) ed Edith Piaf, la cui canzone Rien de rien accompagna la chiusura di questa sfilata ultra-parigina. 

 Sfilata Dior Autunno-inverno 2023-2024

 Sfilata Dior Autunno-inverno 2023-2024

 Sfilata Dior Autunno-inverno 2023-2024

Al Ritz, modi principeschi 

Al termine della sfilata, c’è stata una corsa di massa verso il Ritz di Place Vendôme, dove Pauline Ducruet, figlia della principessa Stéphanie di Monaco, ha presentato la sua collezione Alter Designs, interamente eco-responsabile (e Made in Pantin), per la quale, come Benjamin Benmoyal, si è rifornita di tessuti dalla rete sostenibile creata da LVMH. Nella sala accanto, la principessa thailandese Sirivannavari, ex studentessa dell’IFM di Parigi, ha presentato il suo marchio omonimo tra le bollicine di champagne. Un’occasione per scoprire una collezione ricca di lavorazioni in seta – la principessa ha ripreso le tradizioni artigianali thailandesi care alla nonna – e di ricami a specchio, prima di un invito a cena presso l’ambasciata del Regno (vi terremo aggiornati).

La principessa thaïlandese Sirivannari

Un look della collezione Sirivannari

Alta moda e prêt-à-porter da Alaïa

Pieter Mulier, direttore artistico di Alaïa, ha presentato cinque modelli di alta moda per questa stagione. Abiti  vaporosi  la cui gonna è montata su un top in maglia fitta, un trench in pelle traforata e uno spettacolare abito in morbido tulle ricamato con aste metalliche che ricordano «gli spilli sparsi sul pavimento del laboratorio». Il resto dello showroom era dedicato al prêt-à-porter: un esercito di silhouette che testimoniano la ricchezza del patrimonio della maison: jeans, popeline giapponese, viscosa a coste, jersey pesante, molto nero e pelle. Anche gli accessori attingono alle radici di Alaïa, come la borsa a cuore, rieditata in metallo (su ordinazione), pelle e tessuto. 

Raggi di luce da Anrealage

È un fatto storico: gli stilisti giapponesi amano Parigi, che ha sempre riservato loro un’accoglienza speciale. Kunihiko Morinaga non lo nega. Lo stilista presenta la propria interpretazione dell’Umwelt (in tedesco «ambiente» o «mondo circostante»), un concetto del XIX secolo sviluppato dal filosofo e biologo tedesco Jakob Johann Baron von Uexküll. Detto così, appare complesso. Ma questo spettacolo, in cui la tecnica della fotocromia viene spinta verso nuove frontiere, si fa poetico quando gli abiti prendono letteralmente vita cambiando colore sotto l’effetto dei raggi UV proiettati su di essi. Chic e tecnologia.

Una fine giornata sotto il segno dei liens di Chaumet

Se in rue du Faubourg Saint Honoré una folla giovane e trendy si accalca per il cocktail organizzato nella boutique Prada, a pochi metri di distanza, nei saloni di 12 Place Vendôme, è il momento dell’amore, o più precisamente, dei legami (liens) Una collezione che si pensava fosse nata da Chaumet all’inizio del XX secolo, ma che un archivio scoperto di recente fa risalire, nientemeno, al 1880. 

La presentazione inizia con una breve retrospettiva di pezzi liens iconici : un girocollo con diamanti art déco, una parure in oro giallo molto minimalista degli anni Ottanta e un delizioso bracciale in oro bianco bordato di diamanti del 2003. Il design dei liens  non ha perso la sua forza, come dimostrano le creazioni Liens Évidence. I nuovi anelli, più larghi e con angoli più netti – perfettamente gender fluid – si fanno notare immediatamente, così come i ciondoli Jeux de Liens Harmony, ora impreziositi da oro soleillé (l’oro lucidato a specchio non fa più parte della collezione per questo modello). Per quanto riguarda l’alta gioielleria, Chaumet ha presentato anche una linea a numero limitato di pezzi in oro bianco, diamanti bianchi e zaffiri calibrati (che evocano il blu tipico della Maison) chiamata Liens Inséparables. «Un pezzo di alta gioielleria che può essere indossato per una cena o un evento», spiega l’azienda. Sebbene le tecniche di gioielleria siano tutte presenti, i modelli delicati della stagione sono più facili da portare rispetto alle parure XXL presentate tradizionalmente. I clienti saranno felici di sentire sulla pelle i pezzi ultra-sottili, con le loro linee di diamanti articolate che scorrono come l’acqua. Come questa collana in oro bianco con due diamanti taglio brillante, uno del peso di circa 1,80 carati e l’altro di circa 0,60 carati, un omaggio al motivo caratteristico delle creazioni della Maison a partire dalla collana di diamanti taglio a goccia  del maragià di Indore del 1911-1913.

La notte di Saint Laurent

Da Saint Laurent, Anthony Vaccarello ha scelto di far sfilare le modelle nella penombra, lungo una passerella appena illuminata da lampadari monumentali che ricordano le dimore private delle grandi socialites – Marie-Helène de Rothschild, Jacqueline de Ribes… – seguaci di Monsieur Yves Saint Laurent. Le silhouette dinamiche e slanciate respirano tutta l’eleganza sofisticata della maison, fatta anche di spalle XXL, cravatte alla lavallière oversize, giacche di pelle sublimi, il tutto indossato (con occhiali scuri) davanti a un pubblico in cui si riconoscono i fedelissimi: Catherine Deneuve, Charlotte Gainsbourg, la K–pop star Rosé, Carla Bruni… 

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