Era il 2001: altra epoca, altro calcio, altra società, altre abitudini. Quel che oggi si chiama nonnismo, allora erano pratiche viste come simpatiche, giuste, formative, per far crescere più in fretta i giovani promettenti ma inesperti. L’equivalente delle piume attaccate ai pivelli nei college universitari. Solo che la pratica denunciata da un calciatore giovane dell’epoca non riguarda un’oscura confraternita in cerca di allegria, ma una delle squadre più iconiche della storia del calcio.
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