Rispetto a quello di Azione-Iv, però, il testo di Fratelli d’Italia aggiunge una previsione che demolisce del tutto l’impianto della Spazzacorrotti. La legge Bonafede infatti aveva modificato l’articolo 158 del codice penale, che identifica il momento da cui parte il conto alla rovescia della prescrizione, prevedendo che per i reati continuati – cioè quelli uniti dallo stesso disegno criminoso – il termine decorresse a partire dall’ultimo reato contestato. Il partito di Giorgia Meloni invece vorrebbe tornare alla disciplina della legge ex Cirielli, approvata nel 2005 sotto il secondo governo Berlusconi: la prescrizione non si calcola più dalla fine dell’unico disegno criminoso, ma separatamente per ogni reato. La questione è tecnica, ma ha un impatto notevole: spesso infatti le continuazioni coprono periodi lunghi numerosi anni, e far partire il termine dalla fine consente di “salvare” molti più reati rispetto a un’estinzione che procede “a scaglioni”. Ma la maggioranza vuol tornare all’antico, cioè alla legge berlusconiana. E probabilmente ci riuscirà: l’obiettivo – ha spiegato Maschio – è calendarizzare entrambe le proposte “ed esaminarle in Commissione nel programma dei prossimi due mesi, così da riportare alla normalità la situazione”.
