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L'Italia di Meloni come l’Ungheria di Orban, il Senato boccia il regolamento Ue sui figli di coppie gay – Il Riformista

Passa la risoluzione della destra contraria all’indicazione dell’Ue

Fabio Calcagni — 14 Marzo 2023

L’Italia di Meloni come l’Ungheria di Orban, il Senato boccia il regolamento Ue sui figli di coppie gay

La destra meloniana continua il suo assalto ai diritti civili. Dopo lo stop delle Prefetture alla registrazione dei figli delle “famiglie arcobaleno” all’anagrafe, un blocco che ha costretto in particolare il Comune di Milano guidato da Beppe Sala a fare marcia indietro sulle trascrizioni dei bambini nati da coppie omogenitoriali, questa volta il colpo viene assestato al regolamento europeo sul riconoscimento dei figli anche da genitori dello stesso sesso.

L’ennesima offensiva della maggioranza arriva al Senato, in commissione Politiche europee: è qui che è stata approvata nel pomeriggio di martedì la risoluzione di maggioranza presentata dal partito della premier Meloni, Fratelli d’Italia, contraria all’indicazione dell’Ue.

La commissione, presieduta da Giulio Terzi di Sant’Agata, ex ministro degli Esteri nel governo Monti ed esponente di FdI, ha votato la risoluzione di maggioranza con 11 voti favorevoli e 7 contrari, tutti dall’opposizione.

Le opposizioni avevano presentato tre mozioni (da parte del Partito Democratico, del Movimento 5 Stelle e del Terzo polo) per opporsi alla risoluzione di maggioranza e chiesto di rinviarne il voto a domani. Richiesta che è stata poi bocciata.

Secondo la tesi della maggioranza “alcune disposizioni contenute nella proposta, e in particolare l’obbligo di riconoscimento (e di conseguente trascrizione) di una decisione giudiziaria o di un atto pubblico, emessi da un altro Stato membro, che attestano la filiazione, e l’obbligo di riconoscimento del certificato europeo di filiazione, non rispettano i principi di sussidiarietà e di proporzionalità”.

Il timore del governo riguardano in particolare un possibile aggiramento della maternità surrogata, forma di procreazione assistita a cui ricorrono coppie gay ed eterosessuali attualmente vietata in Italia, cavallo di battaglia della destra meloniana.

Durissime le reazioni dell’opposizione. Per la capogruppo Dem al Senato Simona Malpezzila maggioranza si è assunta ora la responsabilità di far sedere l’Italia con Polonia e Ungheria”, mentre il collega di partito Alessandro Zan ricorda che “si trattava di riconoscere uguaglianza e civiltà. Ormai siamo alla destra ungherese”.

Il Senato ha appena bocciato il Regolamento UE che chiede il riconoscimento dei diritti dei figli anche delle coppie dello stesso sesso in tutti i Paesi membri. Si trattava di riconoscere uguaglianza e civiltà. Ormai siamo alla destra ungherese.

— Alessandro Zan (@ZanAlessandro) March 14, 2023

Ilaria Cucchi, senatrice di Alleanza Verdi e Sinistra, sostiene che la maggioranza, “sorda e più attenta a mettere bandierine” sia “contro i diritti dei bambini e delle bambine. I figli devono godere degli stessi diritti, indipendentemente dal modo nel quale sono stati concepiti o sono nati e dal tipo di famiglia. Dopo questa bocciatura è necessario lavorare per il riconoscimento alla nascita dei figli e delle figlie delle famiglie arcobaleno e per il matrimonio egualitario”.

Quello andato in scena oggi pomeriggio in commissione politiche Ue del Senato è stato l’emblema del peggior teatrino ideologico tipico del repertorio della destra“, protestano invece i pentastellati Dolores Bevilacqua e Pietro Lorefice. “Hanno continuato a sventolare ossessivamente la bandierina del pericolo di una apertura del nostro ordinamento alla maternità surrogata, quando il regolamento Ue non c’entra nulla con questo – precisano i due parlamentari 5 Stelle –  ma semplicemente andava a riconoscere ai bambini gli stessi diritti su tutto il territorio europeo. È avvilente vedere – concludono – come questa maggioranza sia in grado di strumentalizzare qualsiasi cosa passando sulla carne viva delle persone, in questo caso addirittura dei bambini. L’Italia ora è come Polonia e Ungheria. Oggi è un brutto giorno per la democrazia“.

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Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.

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