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Elly Schlein, chi è la prima segretaria donna del Pd: l'esordio dopo i 101, poi Bruxelles, il boom alle regionali e l'arrivo in Parlamento – Il Fatto Quotidiano

Una storia multiculturale che porta già nel nome: Elena Ethel Schlein detta Elly, 37 anni, diventa la prima segretaria donna del Pd (e la più giovane di sempre) coronando un impegno politico cominciato in uno dei momenti più bui della storia del partito, la mancata elezione di Romano Prodi alla presidenza della Repubblica, con gli ormai famigerati 101 franchi tiratori che ne affossarono la candidatura. Per anni blogger del fattoquotidiano.it, Schlein nasce nel 1985 nel canton Ticino, in Svizzera, figlia di due professori universitari: il padre, Melvin, è un politologo americano discendente di una famiglia ebraica askhenazita proveniente dall’odierna Ucraina; la madre, Maria Paola Viviani, è una professoressa universitaria di diritto pubblico, figlia di Agostino Viviani, avvocato antifascista e senatore del Psi negli anni settanta. Ha due fratelli più grandi: Benjamin, che insegna matematica all’Università di Zurigo, e Susanna, diplomatica all’ambasciata di Atene, recentemente vittima di un attentato anarchico.

Dopo la maturità a Lugano si trasferisce in Italia, a Bologna, dove studia prima al Dams e poi a Giurisprudenza: si laurea nel 2011 con una tesi in Diritto costituzionale sulla rappresentazione dei migranti in carcere. Prima di dedicarsi alla politica attiva in Italia ha partecipato, come volontaria, alle due campagne che hanno portato all’elezione alla presidenza degli Stati Uniti di Barack Obama. Nel 2014, dopo l’esperienza di OccupyPd seguita alla mancata elezione di Prodi e all’impegno al fianco di Pippo Civati nel congresso, si candida al Parlamento europeo, venendo eletta con 53.681 preferenze: nel corso del mandato si occuperà soprattutto di immigrazione, giustizia fiscale, ambiente e lotta alle mafie. Uscita dal Pd in polemica con la linea politica di Renzi, che definisce “di centrodestra”, è stata tra i fondatori di Possibile.

Nel 2020, terminata l’esperienza a Bruxelles, si candida alle regionali alla guida di “Emilia-Romagna coraggiosa“, una lista che raccoglie varie esperienze di sinistra. Qui la sua parabola si incrocia con quella del suo sfidante alle primarie, Stefano Bonaccini, che una volta conquistata la poltrona di governatore la nomina alla vicepresidenza. Nel 2022 Enrico Letta le offre la candidatura nelle liste del Pd, che la porta a Montecitorio. Solo nei mesi scorsi Schlein sceglie di reiscriversi al partito, riprendendo la tessera al circolo della Bolognina, lo stesso dove era cominciata la sua esperienza politica.

Riservatissima sulla sua vita privata, qualche hanno fa in un’intervista televisiva disse di aver amato “molti uomini e molte donne” Ha una compagna che, dice, “non è un personaggio pubblico e non vuole diventarlo”. È appassionata di cinema, assidua frequentatrice del festival di Locarno e ha collaborato a un documentario che ha vinto il David di Donatello. È anche molto appassionata di musica: suona la chitarra ed è una cultrice del festival di Sanremo.

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Pd, le prime parole di Schlein da segretaria: “Partito vivo e con una linea chiara. Saremo un problema per il governo di Meloni”

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