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Tragedia in montagna, giovane sbranato da un orso trascinato per 70 metri – Area C

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di · 7 Aprile 2023

«Ci vediamo a cena». Un sorriso prima di chiudersi la porta di casa dietro alle spalle. Un pomeriggio come tanti, di sole. Calzoncini, racchette da nordic walking e zaino sulle spalle. Andrea Papi era un atleta, amava la corsa in montagna e appena ne aveva l’occasione si inoltrava lungo i sentieri del monte Peller, baluardo settentrionale del Gruppo delle Dolomiti di Brenta che divide la val di Non e la val di Sole. Ventisei anni compiuti a gennaio, era partito da Caldes verso le 16.15 diretto verso la malga Grum, a 1500 metri di quota. L’ultimo video, postato su Instagram, abbraccia la vallata, prati e boschi che Andrea conosceva bene e amava. Il sole è ancora alto, ma l’aria frizzante sferza il viso, è ora di rientrare. Sono passate le 18 da qualche manciata di minuti quando Andrea imbocca nuovamente la forestale per tornare verso casa. Ed è allora, lungo la strada sterrata in mezzo al bosco, poco prima di una curva, che probabilmente ha incontrato l’orso, uno degli cento esemplari che vivono in Trentino. Sono una ventina che si muovono in quella conca di verde e bosco che unisce le valli di Sole e Non, a Caldes, raccontano gli abitanti, ne conoscono undici. Andrea probabilmente se lo è trovato di fronte, forse ha tentato di spostarsi verso il bosco, o il plantigrado lo ha spinto tra gli arbusti, rotolando per decine di metri. È difficile anche solo immaginare quei minuti agghiaccianti, il tentativo disperato di difendersi dagli artigli. Forse ha preso un bastone per ripararsi, poi ritrovato sulla strada sterrata sporco di sangue. I carabinieri della compagnia di Cles, gli uomini del corpo forestale e la Procura stanno cercando di capire e ricostruire la tragedia. L’unica agghiacciante e dolorosa verità resta il corpo senza vita di Andrea ritrovato nel cuore della notte sotto il ciglio della strada forestale in località Contre, ai piedi della malga, in mezzo agli arbusti. I graffi sulla schiena, sul viso e le gambe, sarebbe stata trovata una profonda ferita sul ventre e segni di un morso su un braccio, sembrano confermare l’ipotesi di un’aggressione, ma una riposta certa sulla causa della morte arriverà solo dall’autopsia, che si svolgerà oggi. Erano le tre del mattino quando i soccorritori hanno trovato il corpo. Sono stati i cani molecolari a fiutare la traccia nei pressi di malga Grum dopo ore di ricerche che hanno coinvolto oltre cento uomini, una sessantina di vigili del fuoco, cinquanta uomini del soccorso alpino, insieme ai cani da ricerca della guardia di finanza, della Croce rossa e della Scuola provinciale Cani da ricerca e catastrofe che hanno scandagliato tutta la valle da Malé, fino alla malga Grum. Ore di ricerche poi dopo circa un’ora è stata trovata una borraccia con alcune gocce di sangue. «I cani molecolari hanno fiutato la traccia — racconta il vice ispettore distrettuale dei vigili del fuoco volontari della val di Sole, Omar Martini — subito dopo  abbiamo trovato un bastone insanguinato e lo zainetto più a valle. Settanta metri a valle della strada il corpo». Le ricerche erano scattate verso le 20.30 dopo l’allarme lanciato dalla mamma Franca e dalla fidanzata di Andrea, Alessia Gregori, che lo stavano aspettando a casa per la cena. «Andrea era un’atleta, immaginavamo che potesse essere in quella zona, anche se è impervia», spiega Claudio Schwarz del Soccorso alpino Trentino. Per ore i famigliari, sospesi tra l’attesa e l’angoscia, hanno aspettato, sperando di rivedere Andrea rientrare a casa con il suo solito sorriso. Poi l’arrivo dei carabinieri nel cuore della notte, quel nodo in gola che toglie il fiato, il senso di impotenza e disorientamento. Sentimenti che in queste ore uniscono un’intera comunità, quattrocento anime dove tutti si conoscono, divisa tra la rabbia e il dolore, perché in paese tutti temevano che prima o poi sarebbe accaduto. «Una tragedia annunciata», dicono. Un mese fa un altro orso, poi identificato con Mj5, un maschio di 18 anni, aveva aggredito un escursionista nei pressi di malga Mandriole, in val di Rabbi, che si trova a pochi chilometri di distanza da Caldes. Il 5 marzo scorso Alessandro Cicolini, 39 anni, era in montagna con il cane quando è stato attaccato dall’orso che l’ha ferito al braccio e alla testa. Ma giovedì Andrea Papi era da solo, non c’era il cane, era semplicemente uscito per una corsa in montagna. Quasi tre anni fa, nell’estate 2020, sempre sul monte Peller due cacciatori, padre e figlio, erano stati aggrediti dall’orsa Jj4. Su Mj5 invece pende un’ordine di cattura firmato dal presidente della Provincia Maurizio Fugatti, ma il plantigrado al momento non è stato trovato. Ora si attendono gli approfondimenti scientifici per ricostruire con esattezza cosa è accaduto e la causa della morte del giovane runner. Il procuratore Sandro Raimondi e la pm di turno Patrizia Foiera hanno aperto un fascicolo d’indagine a modello 45, ossia senza reato e indagati, e hanno incaricato un pool di esperti, tra cui un medico legale, un veterinario e un esperto nell’analisi del Dna che questa mattina eseguiranno l’esame autoptico. La ricostruzione della tragedia sembra confermare l’ipotesi dell’aggressione, ma la Procura attende gli esiti dell’autopsia e il governatore Fugatti, che alle 5.30 del mattino era a Caldes, e in tarda mattina ha partecipato insieme al capo della protezione civile, Raffaele De Col, a un comitato per l’ordine e la sicurezza, convocato d’urgenza, è cauto: «Questo è un momento di dolore, serve rispetto — ha detto — abbiamo incontrato gli amministratori, è stato allertato il prefetto e ho informato il ministro Gilberto Pichetto Fratin, il ministro Matteo Piantedosi e il vice presidente del Consiglio Matteo Salvini. Siamo in attesa degli esami scientifici. Da persone serie — sottolinea — aspettiamo gli esiti finali». Poi aggiunge: «Ho informato il commissario del governo delle decisioni finali della giunta, se sarà confermata l’aggressione». Non è difficile intuire quali saranno. Nel frattempo la forestale sta lavorando alla ricerca di tracce biologiche che possano aiutare a identificare il plantigrado. corriere.it

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