Dal tesoriere Danilo Puliani a Lapo Sermonti, da Carlotta Graziani a Ivan Zulli al presidente Luca Di Giuseppe: ecco i fondatori della nuova associazione. E molti sono attivisti storici del Movimento 5 Stelle
(di Emanuele Buzzi – corriere.it) – Sei soci fondatori, sei soci con qualifiche e ruoli già definiti. Ma solo uno con un passato politico in prima linea: Alessandro Di Battista.
Chi sono gli altri 5 fondatori dell’associazione «Schierarsi»? Tutti o quasi hanno radici nel M5S.
Il presidente dell’associazione Luca Di Giuseppe, nato nel 1997, è stato uno dei facilitatori regionali in Campania all’epoca del team del futuro. Stimatissimo negli ambienti dell’Associazione Rousseau, nel 2021 raccontava al blog delle Stelle: «Credo che io sia la dimostrazione di come nel Movimento 5 Stelle nulla sia scontato. Invito tutti a partecipare e ad essere protagonisti. Se nessuno sta facendo quello che voi ritenete giusto, fatelo voi».
Il tesoriere è Danilo Puliani, classe 1972, è commercialista e consulente storico sia del M5S sia di Di Battista. «Sono entrato nel Movimento nel 2009, nonostante potessi permettermelo non ho mai avanzato una candidatura», racconta Puliani, un passato anche nelle organizzazioni della kermesse Italia 5 Stelle. «Il nostro obiettivo è coagulare intorno a noi chi ha voglia di attivismo, non necessariamente Cinque Stelle». Puliani è coordinatore nazionale con delega a Economia e lavoro.
Tra gli altri tre coordinatori c’è Lapo Sermonti, esperto Onu di ambiente, una candidatura alle Comunali del 2021 a Roma con la lista Roma ecologista a sostegno di Virginia Raggi, si occuperà appunto di tematiche ambientali. Insieme a Di Battista un paio d’anni fa ha dato vita al progetto del servizio civile ambientale.
Infine ci sono due attivisti M5S storici: Carlotta Graziani, classe 1998, che si occuperà di società e Ivan Zulli, 43 anni, a cui toccheranno gli eventi. A partire dal debutto a Marina di Massa tra meno di tre settimane.
Il ritorno di Di Battista: lancia l’associazione Schierarsi (ma è vicepresidente): «Il futuro? Si vedrà»
Nel programma della nuova associazione di Alessandro Di Battista il car sharing nazionale e il no alle armi in Ucraina. In un giorno mille adesioni: diventare soci costa 20 euro
(di Emanuele Buzzi – corriere.it) – Il ritorno all’attivismo politico arriva via web. Alessandro Di Battista, ex volto storico dei Cinque Stelle, lancia l’associazione Schierarsi.
«L’obiettivo è semplice. Stare insieme ed occuparci, da cittadini attivi, del nostro Paese e di tutte le questioni che decideremo di affrontare. Poi abbiamo un altro obiettivo: prendere posizione. Posizioni nette. Chiare. Per nulla moderate», sostiene l’ex deputato.
Un ritorno all’attivismo e al movimentismo. «Ho voglia di fare cose insieme, di ricostruire una comunità», dice Di Battista, che dell’associazione è «solo» vicepresidente. E precisa: «A me i palazzi non mancano, mi manca un certo tipo di politica, che l’associazione Schierarsi può fare».
L’orizzonte per il momento è lontano da candidature politiche: «Non nasce con l’idea di creare chissà che cosa in futuro, nasce con l’idea di sviluppare dei progetti insieme. Poi si vedrà», spiega Di Battista durante la presentazione. Con lui altri cinque soci fondatori: Carlotta Graziani, Danilo Puliani, Lapo Sermonti, Ivan Zulli e Luca Di Giuseppe.
A leggere il programma si ritrovano vecchie battaglie del M5S delle origini come la legge sull’acqua pubblica, sul conflitto di interessi, lo stop al Patto di Stabilità. Ma insieme a queste ci sono anche nuove battaglie del Movimento — come il no all’invio di armi in Ucraina e il salario minimo — e temi da sempre sostenuti da Di Battista come il servizio civile ambientale e il sostegno alla causa palestinese.
Schierarsi poi promuove una proposta sulla creazione di una casa farmaceutica pubblica, una riforma del sistema bancario, con la separazione tra banche commerciali e banche d’affari, e il car sharing nazionale.
Diventare socio costa 20 euro, ma iscriversi ai canali dell’associazione è gratuito. «Nelle prime 24 ore abbiamo fatto mille adesioni», spiega il presidente Di Giuseppe, anche lui un passato nel M5S (era uno dei facilitatori regionali del team del futuro in Campania, stimato dall’Associazione Rousseau). «Non stiamo ragionando sull’entrare nelle istituzioni». Attivismo da fuori, insomma, sui territori.
Si parla di formazione dei gruppi territoriali a maggio: una parabola che evoca i primi meet up del 2005, ma Di Giuseppe chiarisce: «Non si può costruire qualcosa di nuovo con un modello di quasi venti anni fa». E alla domanda se il bacino di aderenti sia quello dei delusi M5S replica: «No, noi siamo aperti a tutte le persone che vogliono partecipare in modo attivo. Anche a chi fa parte del Movimento, ovviamente».
Si parla di assemblee anche online, di nuovi argomenti di discussione come l’impatto dell’intelligenza artificiale sulle nostre vite. Intanto ci sono già anche i primi due eventi pubblici in calendario: il 22 aprile a Marina di Massa e il 29 a Torino.