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Più di 20 anni di carcere per aver ucciso un uomo: la lite per futili motivi

In carcere 23 anni per uccidere a coltellate per un parcheggio. La Corte di Assise di Napoli ha condannato quattro persone (due fratelli e un padre e un figlio) con l’accusa di aver ucciso volontariamente un vigiliante dell’area archeologica di Pompei di 61 anni (Torre Annunziata, provincia di Napoli). L’uomo era stato ucciso davanti alla figlia. Era stato accoltellato al cuore la sera del 19 aprile 2021 dopo una lite per un parcheggio.

In carcere 23 anni per aver ucciso a coltellate per un parcheggio

La sentenza è stata emessa nel Nuovo Palazzo di Giustizia di Napoli dalla seconda sezione penale al termine di una camera di consiglio iniziata dopo la discussione di due avvocati del collegio difensivo. La Procura di Torre Annunziata, lo scorso 7 marzo, aveva chiesto l’ergastolo per i quattro imputati. A formulare le richieste è stato il sostituto procuratore al termine di una lunga e circostanziata requisitoria durante la quale il magistrato ha ripercorso tutte le fasi di quella tragica sera. Presente, per la famiglia della vittima, come in quasi tutte le udienze, la vedova e la figlia della vittima.

Era il 19 aprile 2021 quando l’uomo venne prima accerchiato e poi accoltellato all’interno di un’area di parcheggio di Torre Annunziata. Il 61enne morirà poco dopo, tra le urla della figlia e la quasi totale indifferenza di chi aveva assistito a quella aggressione (o come lo definì la stessa figlia “agguato”), compiuta da quattro persone.

Ucciso per non aver rispettato il “diritto di prelazione” 

L’uomo pagò con la vita la decisione di parcheggiare un’auto lungo la pubblica via, in un posto occupato da una sedia. Un “diritto di prelazione” cui la figlia dell’uomo si era ribellata. Aveva spostato la sedia e fermato regolarmente la vettura. Al ritorno però aveva trovato uno degli pneumatici bucato. Alle sue rimostranze era stato affrontata e schiaffeggiata. Per questo aveva deciso di contattare il padre, custode al parco archeologico di Pompei. L’uomo era giunto sul posto, aveva notato il clima pesante (tanto da essere costretto a venire alle mani con uno dei condannati, rompendogli gli occhiali, ma si era anche offerto di ricomprarli per riportare la calma), decidendo allora di andare in una vicina area di parcheggio privata per sistemare l’auto della figlia e tornare a casa.

A casa però il custode non è mai arrivato: nel parcheggio fu affrontato da quattro persone, come stabilito dalla Corte d’assise. L’uomo è stato picchiato, nonostante il tentativo di intervento della ragazza, trattenuto e accoltellato al petto. Un fendente nella zona del cuore, fatale. Quando arrivò, trasportato d’urgenza, al pronto soccorso dell’ospedale di Castellammare di Stabia, per lui non c’era più nulla da fare.

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