Sono 67 le vittime fin ora accertate del nubifragio
Elena Del Mastro — 1 Marzo 2023
“Le operazioni le conduce la Gdf finchè non diventano Sar. Perché non siamo usciti? Non è così il discorso. Dovreste conoscere i piani, gli accordi che ci sono a livello ministeriale. Le nostre regole di ingaggio sono una ricostruzione molto complessa non da fare per articoli di stampa. Ci sarebbe bisogno di specificare molte cose su come funziona il dispositivo per il plottaggio dei migranti, da che arrivano nelle acque territoriali a che poi debbano essere scortati o accolti: le operazioni le conduce la Gdf finchè non diventano Sar. In questo caso la dinamica è da verificare”. Così il comandante il comandante della capitaneria di porto di Crotone Vittorio Aloi ha risposto alle domande dei cronisti all’ingresso del PalaMilone dove si è recato per rendere omaggio alle salme dei 67 migranti morti durante il naufragio avvenuto davanti alla piaggia di Steccato di Cutro.
“A noi risulta che domenica il mare fosse forza 4 ma motovedette più grandi avrebbero potuto navigare anche con mare forza 8 – ha continuato Aloi, come riportato dall’Ansa – A noi non è giunto nessun allarme? Ripeto, adesso c’è un intricato discorso di ricostruzione dei fatti del quale non posso e non mi posso permettere di anticipare le conclusioni perché non ci siamo nemmeno arrivati. Stiamo rifacendo tutto il percorso dei fatti e poi riferiremo all’autorità giudiziaria”. Non si sottrae alle domande incalzanti dei cronisti per far luce sull’accaduto e sulla catena di responsabilità che fin ora sembrano rimbalzare da una parte all’altra.
“Sono molto provato umanamente e anche molto amareggiato ma professionalmente sono a posto. Mi dispiace leggere che non avremmo fatto il soccorso. Puoi avere salvato 100 mila persone ma se poi non riesci a salvare una famiglia, un bambino e una giovane donna, ti fa sembrare inutile il tuo lavoro”. Il comandante continua: “C’è tutto scritto in un comunicato stampa uscito ieri”, dice. Ma poi, incalzato dai cronisti che gli chiedono perché la Guardia costiera quella notte non è uscita per salvate le oltre 180 persone a bordo della barca ‘Summer Love’, spiega: “Crediamo di avere operato anche in questo caso secondo le nostre regole di ingaggio“.
Secondo quanto riportato dall’AdnKronos, parlando dell’inchiesta aperta dalla Procura di Crotone sul naufragio dice: “Saremo sentiti e ci farà piacere chiarire, chiariremo a chi dovere quando ce lo chiederanno“. E alla domanda sul perché non abbiano agito nonostante la segnalazione della sera prima, il sabato 25 febbraio, di una imbarcazione ‘distress’, cioè in pericolo, nello Ionio, replica: “Non mi risulta che si trattasse di una segnalazione di distress, sapete che le operazioni le conduce la Guardia di finanza finché non diventano comunicazione di Sar (di salvataggio, ndr). Io non ho ricevuto alcuna segnalazione“.
E a chi gli chiede del rimpallo si responsabilità replica: “Non posso dire nulla, la Guardia costiera ha fatto un comunicato stampa e c’è scritto tutto e bene e lo capiamo tutti. C’è una inchiesta della Procura che non riguarda noi. Se e quando saremo chiamati a dare la nostra versione atti alla mano, brogliacci etc, noi riferiremo”. E poi ricorda che quel giorno “c’era mare forza 4“. “Le motovedette avrebbero potuto navigare anche con mare forza 8”. E dice: “della ricostruzione dei fatti non mi posso permettere di anticipare le conclusioni, stiamo rifacendo tutto il percorso dei fatti e riferiremo”. E ancora: “Non è vero che non siamo intervenuti, dovreste conoscere gli accordi a livello ministeriale”. E poi, visibilmente emozionato dice: “Di ogni esperienza negativa si potrà fare tesoro…“. Ed entra nella camera ardente per rendere omaggio alle salme.
Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.
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