Circa il 40% dei sequestri di cocaina avvengono nei porti liguri, e negli ultimi mesi ci sono state operazioni che hanno coinvolto anche gli scali di Savona e Vado con quantità di droga molto ingenti. In Liguria ci sono 476 beni sequestrati alla mafia, circa 130 dei quali a Genova e gli altri distribuiti in 44 comuni. Bastano questi numeri, ricordati dal presidente della commissione regionale antimafia Roberto Centi, a dare il segnale della presenza delle organizzazioni criminali, in particolare della ‘ndrangheta, in Liguria.
Questo imponenti numeri stati ricordati ai 2 mila studenti presenti al Teatro Carlo Felice e ai 10 mila utenti collegati in streaming che hanno partecipato all’incontro promosso dal Movimento Agende Rosse Liguria che si propone di rappresentare, attraverso le testimonianze dirette di parenti delle vittime e dei testimoni diretti degli eventi, il problema delle mafie alle giovani generazioni. “Una mafia che è sempre più nascosta – ha ricordato Angelo Garavaglia Fargetta, cofondatore del movimento Agende Rosse – e che, dopo le stragi del 92/93 ha cercato di nascondersi sempre più e si è mano a mano trasferita al nord“.
Un momento di riflessione che arriva poco dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro. “Questo è un arresto importante perché Messina Denaro è l’ultimo stragista – ha sottolineato Garavaglia Fargetta –. Staremo a vedere che cosa succede anche se io giudico ancora più importante l’arresto della sorella per ciò che può nascondere e per quello che sta emergendo“. “Sicuramente cambierebbe qualcosa se lui cominciasse a parlare – aggiunge Angelo Corbo, sopravvissuto alla strage di Capaci – e raccontare cos’è successo, non solo nel 92-93 ma anche in questi trent’anni di latitanza. Fino a quando non ci racconterà questa storia sarà solo un arresto eccellente, un altro stragista arrestato, ma questo non significa che la mafia è finita. Dobbiamo sperare che si decida a parlare e raccontare chi sono i veri mandanti delle stragi“.