Le relazioni sentimentali e le crisi di gelosia nei ‘pizzini’
Elena Del Mastro — 16 Marzo 2023
“Il bello nella mia vita è stato quello di incontrarti, come se il destino decidesse di farsi perdonare facendomi un regalo in grande stile. Quel regalo sei tu…”. Sono queste le parole scritte in una lettera a Matteo Messina Denaro nel 2019 da Lorena Lancieri, alias Diletta. La donna è stata arrestata oggi dai carabinieri assieme al marito Emanuele Bonafede e avrebbe fatto parte di una rete che consentiva al latitante di mantenere i contatti con persone di sua strettissima fiducia. Lorena nell’ordinanza è indicata come persona che si è occupata di lui a 360°, dalle esigenze quotidiane alle cure. E dalle sue lettere indirizzate a Messina denaro si evince anche che “era molto legata al boss”.
Le lettere sono state ritrovate a casa di Rosalia, sorella del boss, arrestata pochi giorni fa. “Penso che qualsiasi donna nell’averti accanto si senta speciale, ma soprattutto tu riesci a far diventare il nulla gli altri uomini. Con te mi sento protetta, mi fai stare bene, mi fai sorridere con le tue battute e adoro la tua ironia e la tua immensa conoscenza e intelligenza. Certo hai anche tanti difetti, la tua ostinata precisione e sei un gran rosica… ma chi ti ama, ama anche il tuo essere così. Penso che qualcuno lassù ha voluto che noi due ci incontrassimo per tutto quello di brutto che avevo passato io a causa di esseri ignobili. Averti conosciuto è un privilegio e mi dispiace per chi non ha potuto. Lo sai, ti voglio bene e come dico sempre un bene che viene da dentro. Spero che la vita ti regali un po’ di serenità e io farò di tutto per aiutarti. Sei un grande! anche se tu non fossi M.M.D. La tua Diletta”.
Lorena Lanceri, 48 anni, è stata arrestata insieme a suo marito, Emanuele Bonafede, cugino di andrea Bonafede il prestanome che ha offerto al boss stragista la propria identità. Si conoscevano da tempo, fatto testimoniato dal prezioso regalo che il boss nel 2017 aveva fatto al figlio dei due coniugi: un rolev del valore di 6.500 euro, regalo per la cresima di cui era stato padrino. I coniugi, secondo l’accusa, hanno consentito al capomafia “di fruire di una assistenza prolungata e premurosa e conseguentemente di mantenere quella apparenza di vita normale che ha senza dubbio costituito uno dei pilastri della pluridecennale capacità di Messina Denaro di nascondersi e mimetizzarsi pur rimanendo attivo sul suo territorio”. Grazie all’ospitalità ricevuta dalla coppia il latitante, che cenava e pranzava a casa dei Bonafede, “ha evitato di doversi recare presso supermercati o ristoranti per provvedere a tali necessità primarie”. “Si deve dunque ritenere, in sintesi, – concludono gli inquirenti – che Emanuele Bonafede e Lorena Lanceri erano da un lato pienamente consapevoli della reale identità del soggetto che frequentava abitualmente la loro abitazione e, dall’altro, fornendogli abitualmente ospitalità, lo hanno concretamente aiutato ad eludere le ricerche delle forze di polizia”.
E torniamo ai riferimenti a quella relazione sentimentale. A segnalarla ai carabinieri è stata una delle amiche di Messina Denaro, una delle compagne di chiemioterapia con cui chiacchierava mentre portavano avanti le cure. E la donna ha fatto ascoltare proprio gli audio che con l’amico si era scambiata in cui interviene anche “Diletta”. “Io qua con la creatura, quello che mi sta facendo passare. Non solo mi ha trasmesso il Covid però alla fine per lo meno mi fa ridere perché è simpatico. Mi sta facendo giocare un sacco di soldi con ste scommesse”, diceva “Diletta” all’amica paziente oncologica insieme al boss. È proprio al capomafia che si riferisce quando dice ‘creatura’. E’ il 5 gennaio del 2023, cioè pochi giorni prima dell’arresto del boss, che avverrà il 16 gennaio. “Volevo specificarti una cosa – dice poi ‘Diletta’ – che qua chi lo conosce lo chiama ‘la ceratura’ perché è così delicatino, finto delicatino perché non lo è per niente. Ricordati quindi io per questo lo chiamo la creatura (risata), in questo senso”. Poi alla sorella Messina denaro aveva scritto: “Diletta piange continuamente e non so come fare, mi vede spegnere giorno dopo giorno”. È il 10 maggio del 2022. Nella lettera il latitante parlava alla sorella delle preoccupazioni per la sua salute.
Nell’ordinanza di arresto dei coniugi Bonafede, compare anche Laura Bonafede, figlia del boss mafioso Nardo Bonafede, capomandamento di Campobello morto in detenzione a novembre 2020 e madre di Martina, la nipote che scriveva al nonno “onorata di appartenerti” e che Messina Denaro esaltava nel confronto con sua figlia Lorenza, “degenerata nell’infimo”. C’è da precisare che non è coinvolta in questa indagine e non è stata raggiunta da alcun provvedimento nell’operazione di oggi, ma viene citata dai magistrati nel provvedimento che ha portato in carcere Lorena Lanceri. Perché, in qualche modo, le parole di Laura Bonafede confermano il ruolo avuto dalla vivandiera, che si occupava anche di fare da postina del boss, proprio per le lettere inviate alla figlia del capomafia.
Per il gip di Palermo Alfredo Montalto quello fra Matteo Messina Denaro e Laura Bonafede era un “rapporto intenso”. I carabinieri lo scoprono da uno dei pizzini dell’ex primula rossa che conduce gli inquirenti al 14 gennaio davanti al banco dei salumi del supermercato Coop di Campobello di Mazara. Incrociando pizzini, scontrini del supermercato e una lettera trovata nel covo da parte di una persona che si firma cugino, il Ros e i magistrati della Dda sono riusciti a dare un nome a “cugino”, ovvero Laura Bonafede, figlia del boss morto nel 2020 e zia dei due Andrea e di Emanuele Bonafede. Per il gip è un ulteriore tassello che dimostra come la famiglia mafiosa di Campobello fosse al servizio dell’ex superlatitante.
Le ultime lettere risalgono a pochi giorni prima dell’arresto di Messina denaro, avvenuto il 16 gennaio scorso. L’AdnKronos riporta che la donna sembra essere gelosa nei confronti di Lorena Lanceri, arrestata oggi, con cui il capomafia avrebbe avuto una relazione sentimentale. “Ho visto Margot (cioè il nome dato all’auto del boss ndr) alle 18.56 dal Tramite (Lorena Lanceri ndr)- dice la figlia del boss parlando al maschile- stranamente non mi sono arrabbiato, non sono andato su tutte le furie come di solito mi succede. Mi ha dato parecchio fastidio, questo non lo posso negare. Mi ha dato fastidio non sapere cosa stessi facendo in quel momento, non sapere se eravate soli, se ti saresti fermato ancora a lungo, se … se … se … potrei dire mille se. Dopo quello che ho detto quando vidi Margot di mattina, ho pensato che non l’avrei vista più in quella zona per evitare di farmi avere delle reazioni, perché non l’avevo più vista, e questa cosa mi faceva incavolare ancora di più. Ma oggi ho pensato: almeno non si nasconde da Blu. Contorto come pensiero? No, solo che preferisco sapere e non essere preso in giro”. E aggiunge: “Carissimo amico mio mi accingo a chiudere questa mia, è una lunga lettera con arrabbiature, tristezza e tanta nostalgia. Non vedo l’ora di leggerti. Oggi sono passato ed ho visto Margot ed ho provato quella sana invidia del perché tutti si ed io no, vuol dire che era scritto così”.
Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.
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