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Israele. Della Pergola: “Netanyahu in balia partiti estremi, rischio violenze”

Il demografo israeliano di origine italiana lancia l’allarme sulla riforma proposta dal governo Netanyahu che “cerca di annullare il potere giudiziario” e spacca il paese mettendo Israele in una situazione “estremamente pericolosa”

Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu “è in balia di forze estreme che non è più in grado di controllare”, la riforma giudiziaria del suo governo “cerca di annullare il potere giudiziario“. A lanciare l’allarme è il demografo israeliano Sergio Della Pergola, in un’intervista all’Adnkronos, mentre si avvicina un periodo di intensi contatti diplomatici con l’Italia, con la visita in Israele del presidente del Senato Ignazio La Russa e di Netanyahu a Roma. Per Della Pergola c’è il rischio di “spargimenti di sangue” con la maggioranza dell’opinione pubblica contraria alla riforma giudiziaria. E’ una situazione “estremamente pericolosa” per Israele, avverte, ricordando la minaccia dell’Iran e le forti tensioni in Cisgiordania.

Dopo un lungo periodo di instabilità con cinque elezioni iniziato nel 2018, Netanyahu ha vinto le elezioni assieme a partiti religiosi ultraortodossi e nazionalisti, ricorda Della Pergola, parlando di vittoria “indiscutibile e legittima”. Ma pochi giorni dopo, il nuovo governo ha avviato una riforma giudiziaria, che mina l’indipendenza della magistratura.

“La separazione dei poteri è un punto fondamentale”, sottolinea Della Pergola, ricordando come in Israele il potere giudiziario sia “indipendente, prestigioso e forte”. “Questo dà fastidio al governo che cerca di annullarlo”, continua il demografo. L a riforma, approvata in prima lettura sulle tre necessarie, “attribuisce al governo la facoltà di eleggere i giudici della Corte suprema. In questo modo – sottolinea – finisce l’indipendenza del potere giudiziario, che diventa un’appendice dell’esecutivo. E’ una riforma di regime”.

Attualmente, prosegue Della Pergola, “la Corte suprema può annullare le leggi considerate incostituzionali, ma la riforma prevede che il governo possa ripresentare la stessa legge con la maggioranza dei seggi più uno, non una maggioranza qualificata come sarebbe più giusto pretendere, magari i due terzi del parlamento. E dato che il governo ha sempre questa maggioranza, automaticamente potrà annullare le delibere della Corte suprema”.

“Il responsabile di questa situazione è Netanyahu – puntualizza il demografo – Ha nominato un governo che è composto da figure molto estreme che gli hanno imposto condizioni vessatorie. Ha dovuto concedere tutto, sia in termini di ministeri che di programma, ai suoi alleati della coalizione. E’ in balia di forze estreme che non e più in grado di controllare”. “Il problema grosso – spiega Della Pergola – è che Netanyahu stesso è sotto processo per corruzione, mala gestione della cosa pubblica e truffa. Lui si dichiara innocente, ma è sotto processo. Allora se vuole modificare la Corte Suprema è facile dire che lui sa bene che se sarà condannato e farà appello, verrà giudicato da giudici che lui stesso ha nominato. E questo è totalmente inaccettabile”.

L’opposizione “è insorta” contro questo progetto, con “un’ampia base popolare, dimostrazioni nelle grandi città e una sempre di più grande partecipazione di massa”, sottolinea il demografo, parlando di una “spaccatura senza precedenti” nella società israeliana. Finora “fortunatamente non è avvenuto”, ma “c’è il rischio che si arrivi a spargimento di sangue, che ci siano i morti per lestrade, come ai tempi di Tambroni in Italia negli anni sessanta“, avverte il demografo nato a Trieste.

E ci sono segnali che anche parte dell’elettorato del Likud di Netanyahu non approvi la riforma. “Ci sono state manifestazioni separate di ambienti conservatori e anche religiosi”, recenti sondaggi dimostrano che il governo, pur avendo la maggioranza dei seggi, “non è sostenuto dall a maggioranza dell’opinione pubblica, che non approva questo tipo di riforma estrema che farebbe diventare Israele simile a paesi come Turchia, Ungheria, Polonia o anche Russia, dove esistono elezioni ma è difficile parlare di democrazia nel senso della separazione dei poteri. Su questo il paese è diviso, c’è una maggioranza contraria al programma di Netanyahu”, rimarca Della Pergola.

“Questa situazione è estremamente pericolosa, tanto più che Israele continua ad affrontare problemi gravissimi, a partire dall’armamento nucleare dell’Iran, ai disordini in Cisgiordania dove ci sono quotidiani atti di terrorismo e reazioni scomposte da parte dei residenti della parte ebraica. I palestinesi ammazzano degli ebrei e gli ebrei fanno delle rappresaglie contro i palestinesi”, avverte Della Pergola, riferendosi all’assalto di centinaia di coloni nel villaggio palestinese di Huwara, dopo l’uccisione di due ebrei.

“E’ una situazione veramente pericolosa, ci vorrebbe un governo molto ponderato”. “E’ molto triste per chi conosce Israele da tanto tempo che si sia arrivati a questa spaccatura e non vi sia un adulto responsabile che abbia la capacità di porre un freno e trovare una ragionevole via di compromesso“, nota Della Pergola. “Il presidente della repubblica Isaac Herzog ha ripetutamente tentato di farlo, ma purtroppo finora senza alcun successo. Herzog è persona perbene e ben intenzionata, ma finora i suoi appelli sono stati ignorati dal governo”, conclude. (di Cristina Vicario)

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