Ridicolo. Se passa emendamento della Lega Infermieri, OSS e Professioni Sanitarie andranno in pensione a 72 anni. L’emendamento non riguarda solo i Medici.
Qualche giorno fa le commissioni riunitesi in forma unificata “Affari costituzionali” e “Bilancio” del Senato hanno respinto come improponibile l’emendamento 4.138 al Decreto Milleproroghe, fatto proprio da Antonio De Poli (Noi Moderati), con cui si proponeva di mandare in pensione i Medici (che lo volevano) a 72 anni.
Ma come l’Araba Fenice che riesce a risorgere dalla proprie ceneri ecco la proposta che si riaffaccia nell’emendamento 4.0.10 presentato da Massimiliano Romeo (Lega). La scelta leghista è più articolata della prima e prevede la possibilità per Medici, Infermieri, Infermieri Pediatrici, Ostetriche, Operatori Socio Sanitari e Professioni Sanitarie di restare in servizio fino al 31 dicembre 2026 e il raggiungimento massimo dei 72 anni di età.
Una proposta imbarazzante visto lo stato di stress dilagante tra i professionisti sanitari e socio sanitari, ma che dà la possibilità a chi vuole di restare al lavoro e di andare in pensione al 72° compleanno. Con loro potranno “allungare” la vita lavorativa anche i Docenti Universitari di Medicina e Chirurgia.
La Aziende potranno inoltre assumere il personale dirigente anziano, nei limiti delle disponibilità di bilancio e di spesa, mediante contratti di lavoro a tempo determinato sempre fino al raggiungimento del 72° anno di età. Tra essi Medici, Veterinari, Odontoiatri, Biologi, Chimici, Farmacisti, Fisici e Psicologi che, a partire dal terzo anno della specialistica, hanno superato le procedure concorsuali per l’accesso alla dirigenza del ruolo sanitario, risultando iscritti nella graduatoria separata.
E non è tutto, nell’emendamento della Lega si legge che “il professionista che deve avere elevata conoscenza della lingua italiana in ragione della relazione clinico assistenziale con il paziente presenta all’Ordine competente la documentazione attestante il possesso dei titoli abilitanti all’esercizio della professione e il nominativo della struttura sanitaria a contratto con il Servizio sanitario nazionale presso la quale presta l’attività nonché ogni successiva variazione, così da poter essere iscritto presso la sezione speciale dell’albo appositamente istituita dal presidente dell’Ordine professionale competente per territorio al fine del riconoscimento in deroga. La mancata ottemperanza agli obblighi da parte del professionista determina la sospensione del riconosci- mento fino alla comunicazione dell’ottemperanza degli stessi”.
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