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Guerra in Ucraina, russi senza munizioni all’assalto con le pale: a Kiev scontro tra Zelensky e il capo delle forze armate – Il Riformista

La situazione sul fronte

Carmine Di Niro — 6 Marzo 2023

Guerra in Ucraina, russi senza munizioni all’assalto con le pale: a Kiev scontro tra Zelensky e il capo delle forze armate

Avanzano verso la conquista di Bakhmut con un costo in vite umane sempre più alto, ma per Mosca quello dei morti sul campo non è l’unico problema. Il conflitto in corso da oltre un anno in Ucraina sta costando carissimo al Cremlino e all’economia russa, stritolata dalle sanzioni in particolare proprio nel settore della difesa e delle armi, e in quello tecnologico.

Così, come evidenzia un report dell’intelligence britannica, i combattenti russi in prima linea sul fronte del Donbass devono fare i conti con un numero sempre più esiguo di armamenti adeguati. Una circostanza che da settimane è al centro degli scontri tra il capo della milizia Wagner Evgeniy Prigozhin contro i vertici della Difesa russi, in particolare il ministro Shoigu, accusato di aver lasciato i suoi mercenari senza munizioni.

Alle ‘bordate’ di Prigozhin seguono ulteriori conferme, questa volta da Londra. A causa delle perdite di veicoli corazzati nel corso della “operazione militare speciale” in corso ormai da oltre un anno, l’esercito russo è costretto ad utilizzare carri armati e veicoli blindati sempre più obsoleti.

In particolare, si parla dei carri armati T-62, prodotti negli anni Sessanta, in epoca sovietica, di cui circa 800 sono stati rimossi dai magazzini dal 2022 e alcuni dei quali sono stati modernizzati con nuovi sistemi di puntamento che potrebbero aumentarne l’efficacia durante la notte. Sui campi di battaglia ucraini sono stati avvistati inoltre per la prima volta anche i veicoli blindati russi BT-50, un “reperto archeologico” militare fabbricato nel 1954.

Latest Defence Intelligence update on the situation in Ukraine – 6 March 2023

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— Ministry of Defence 🇬🇧 (@DefenceHQ) March 6, 2023

Anche la 1a Armata corazzata di guardia russa, considerata la principale unità corazzata dell’esercito russo, potrebbe ricevere T-62 come sostituti per le perdite subite. Il piano originale del Cremlino e del ministero della Difesa russo era di fornire a questa unità i nuovi carri T-14 “Armata”, progetto per ora accantonato.

Sempre l’intelligence di Londra in un suo aggiornamento sul conflitto di domenica ha riferito anche di un episodio che ha del clamoroso. Gli 007 britannici sostengono infatti che alcuni riservisti russi lamentano di essere stati mandati all’assalto di un bunker ucraino con l’ordine di combattere soltanto “con armi da fuoco e pale”, un ulteriore segnale delle difficoltà di Mosca nel reperire munizioni per i soldati impegnati sul fronte.

Latest Defence Intelligence update on the situation in Ukraine – 5 March 2023

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— Ministry of Defence 🇬🇧 (@DefenceHQ) March 5, 2023

Lo scontro a Kiev

Ma difficoltà sono evidente anche sull’altro fronte, quello ucraino. La questione chiave, da settimane a questa parte, è la strenua difesa di Bakhmut, ormai più per ragioni simboliche che per la sua reale importanza strategica per un eventuale rovesciamento dell’esito della guerra.

Proprio sulla città del Donbass sarebbe in corso uno scontro tra il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il comandante in capo delle forze armate, il generale Valery Zaluzhny. Oggetto del contendere appunto le decisioni da prendere sulla difesa di Bakhmut: la Bild, che cita informazioni provenienti da diverse fonti della leadership politica ucraina, scrive oggi che Zaluzhny qualche settimana fa ha raccomandato di considerare la possibilità di lasciare Bakhmut per ragioni tattiche.

Di tutt’altra opinione invece il presidente Zelensky, che sulla difesa di Bakhmut ha un’opinione completamente diversa. Quasi in ‘risposta’ all’indiscrezione filtrata sulla Bild, la presidenza ucraina con un comunicato pubblicato sul proprio sito web ha invece sottolineato che in una riunione tra Zelensky, Zaluzhny e il comandante del gruppo di truppe operativo-strategico Khortytsia, Oleksandr Syrsky tutti si sono espressi a favore del proseguimento della difesa di Bakhmut.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia

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