Nel quartiere applausi liberatori dopo la notizia del fermo del 20enne di Barra
Ciro Cuozzo — 22 Marzo 2023
Da una parte il messaggio di don Enzo Cimarelli, parroco della chiesa San Lorenzo Martire di Pianura, periferia ovest di Napoli, alle cui spalle si trova via Escrivà, il complesso di edilizia popolare denominato anche Case Gialle dove è nato e cresciuto Francesco Pio Maimone, il 18enne ucciso senza motivo sul lungomare di Napoli, nella zona degli chalet di Mergellina, dall’omonimo Francesco Pio Valda, 20enne di Barra, periferia est di Napoli, che voleva ‘vendicare’ l’affronto subito da una paranza rivale. Qual era l’affronto? Aver macchiato la sua scarpa bianca con un drink.
Dall’altra l’esultanza che sa di liberazione, gli applausi e le lacrime quando a Pianura, nel corso della fiaccolata in corso per ricordare “Kekko” o “Pio“, come veniva chiamato da amici e familiari, è arrivata la notizia del fermo di Valda, figlio di un camorrista ucciso sotto casa nel 2013 (nell’ambito di una faida interna al clan Cuccaro) e fratello di un giovane arrestato la scorsa estate per aver fatto parte di un commando che ha ferito a colpi d’arma da fuoco un ragazzino di 16 anni per questioni legate allo spaccio.
Don Enzo Cimarelli, che non celebrerà i funerali perché attualmente si trova a Gerusalemme, in un lungo messaggio pubblicato sui social e diventato virale in poche ore, punta il dito contro l’assenza delle istituzioni, soprattutto nei territori di periferia (dove killer e vittima sono nati e cresciuti), e ribadisce una triste quanto amara verità: “Non siamo sconvolti” perché purtroppo abituati a dolori simili in una città. Da qui l’impegno a continuare a lavorare per una “Napoli più giusta, equa, sicura, pacifica, una società in cui la morte di un bellissimo ragazzo come te non sia accolta come una cosa ormai normale ma sconvolgente”.
Questo il messaggio integrale del parroco di Pianura:
“Non siamo sconvolti ma attoniti e addolorati perché la vita di Francesco Pio, un giovane della nostra comunità, i suoi progetti e i suoi sogni sono stati interrotti da una mano criminale.
Non siamo sconvolti perché ci si sconvolge quando accade qualcosa che non ti aspetti, qualcosa di impensabile ma l’ondata di violenza e di morti di questi anni ci ha periodicamente abituati alle vita spezzate di tanti giovani della nostra città.
Non siamo sconvolti ma straziati perché solidali allo strazio di una famiglia, di un gruppo di amici, di un intero quartiere che ha visto un ragazzo pieno di speranza non far mai più ritorno nella sua casa, nel suo quartiere, tra i suoi cari.
Non siamo sconvolti perché queste notizie cadenzano ormai gli anni e segnano tempi e dolori collettivi e per questo siamo stanchi: stanchi dell’assenza delle istituzioni, perse nelle loro burocrazie, conti, tavoli; stanchi dell’omertà di chi fa finta di nulla e dell’indifferenza di chi si gira dall’altra parte, stanchi dell’individualismo di tutti e dell’incapacità di far rete sul serio, fino in fondo, per il bene dei piccoli.
Caro Francesco Pio, non siamo sconvolti da questo mare di dolore a cui ci siamo assuefatti ma siamo certi che dal cielo tu potrai sconvolgere i cuori induriti dal male, gli sguardi offuscati dagli interessi di parte, le menti prese da un’economia che non mette al centro i ragazzi e i giovani. E siamo certi anche che la tua presenza luminosa sosterrà i tuoi genitori, familiari e amici in queso momento di buia sofferenza. E noi, tua comunità parrocchiale, ti facciamo una promessa: lavoreremo senza stancarci, notte e giorno, per continuare la nostra missione educativa, adoperandoci per una Napoli più giusta, equa, sicura, pacifica, una società in cui la morte di un bellissimo ragazzo come te non sia accolta come una cosa ormai normale ma sconvolgente. Francesco Pio aiuta Napoli a sconvolgersi per la morte dei suoi ragazzi, aiuta tutti noi a non abituarci a notizie come queste!”
Il parroco don Enzo Cimarelli
L’ESULTANZA LIBERATORIA DOPO L’ARRESTO – Erano circa le 19.40 quando nel quartiere di Pianura è arrivata la conferma del fermo del 20enne di Barra, che dovrà ora difendersi dall’accusa di omicidio volontario aggravato dalle finalità mafiose. A quell’ora era in corso una fiaccolata, sempre in via Escrivà, che ha visto la partecipazione di oltre una cinquantina di persone che hanno esposto uno striscione (“Kekko vive per sempre”)e acceso fumogeni. Molti di loro indossavano una maglietta bianca con sopra stampata la foto di Francesco Pio. Un lungo applauso ha accolto la notizia dell’arresto con l’amico del cuore, Carlo, l’ultima persona che ha visto il 18enne in vita (“E’ morto tra le mia braccia, mi ha salvato la vita perché era davanti a me quando hanno sparato”), che fissando il cielo ha urlato più volte il suo nome: “Pio, Pio, dove sei”.
Giornalista professionista, nato a Napoli il 28 luglio 1987, ho iniziato a scrivere di sport prima di passare, dal 2015, a occuparmi principalmente di cronaca. Laureato in Scienze della Comunicazione al Suor Orsola Benincasa, ho frequentato la scuola di giornalismo e, nel frattempo, collaborato con diverse testate. Dopo le esperienze a Sky Sport e Mediaset, sono passato a Retenews24 e poi a VocediNapoli.it. Dall’ottobre del 2019 collaboro con la redazione del Riformista.
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