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Due lauree in carcere a Secondigliano, il sogno che diventa realtà: “Il primo tassello per costruire il nostro futuro” – Il Riformista

Dall’alta sicurezza, tanto studio poi il traguardo

Rossella Grasso — 3 Aprile 2023

Due lauree in carcere a Secondigliano, il sogno che diventa realtà: “Il primo tassello per costruire il nostro futuro”

“A S., e che questo primo traguardo possa essere un tassello per costruire il nostro futuro insieme, tanto desiderato e voluto”. C’è scritto così, a penna, nella prima pagina della sua tesi di laurea in Scienze e tecniche erboristiche scritta da un detenuto dell’Alta sicurezza di Secondigliano. Ha 35 anni, un passato alle spalle che vuole cancellare e studiando ambire a un futuro felice con S., la sua fidanzata. E così, vestito di tutto punto si è seduto davanti alla commissione di laurea presieduta dal Rettore della Federico II, Matteo Lorito, e ha discusso la sua tesi di laurea sulla presenza di metalli pesanti negli oli prodotti nella terra dei fuochi.

Poi tocca a un altro detenuto, un po’ più grande di età. Ha già i capelli bianchi ma non ha rinunciato a vivere l’emozione di tenere in testa il “tocco” ed essere proclamato dottore. Ha messo a frutto la sua passione per le coltivazioni e si è occupato di una pianta che dalla Cina è arrivata in Italia e forse potrà competere con il nostro basilico. Dopo la proclamazione c’era l’orgoglio negli occhi dei suoi figli. Due studenti che hanno sbagliato e stanno pagando per gli errori commessi ma che hanno creduto che cambiare si può, si sono rimboccati le maniche e dopo tanto studio sono riusciti a laurearsi. E l’emozione era tanta nella palestra dell’Alta sicurezza del carcere di Secondigliano dove si è svolta la seduta di laurea.

Ad assistere e applaudire ai colleghi, gli altri studenti del Polo Universitario Penitenziario della Federico II, che annovera nella sua offerta formativa 11 corsi diversi a cui possono iscriversi i detenuti per portare avanti gli studi. “Si sono iscritti dall’inizio del percorso accademico, dal 2018-19, abbiamo costruito insieme questo cammino – Ha detto Marella Santangelo, Delegata Polo Universitario Penitenziario Federico II – Hanno fatto la loro carriera nei tempi giusti, nonostante le difficoltà in pandemia e credo che sia un risultato veramente straordinario”. Sono 96 i detenuti iscritti al Polo Universitario Penitenziario della Federico II a Secondigliano nell’anno accademico 2022-23. Tra questi ci sono 5 donne e 20 studenti in misure alternative o in libertà post-carcerazione che vengono regolarmente seguiti fino alla laurea. Gli studenti hanno tra i 25 e i 60 anni.

I due laureati “sono entrambi molto proiettati verso il lavoro che li aspetta – ha spiegato Mariano Stornaiuolo, docente di Farmacia che è stato tutor di entrambi per la tesi di laurea – Hanno scelto un corso di laurea a immediata immissione nel mondo del lavoro. Potranno fare gli imprenditori o lavorare in aziende come figure altamente qualificate”. I professori della commissione hanno indossato le toghe cucite nel carcere di Secondigliano e hanno ascoltato con attenzione le parole dei due laureandi. Alla fine, subito dopo la proclamazione, l’emozione era incontenibile: “In nome della Legge e della Repubblica Italiana conferisco la laurea triennale in Scienze erboristiche con la votazione di 105 e 110 e lode”. E subito è scattata l’ovazione tra i presenti.

“Abbiamo mediamente circa 13mila laureati all’anno ma oggi siamo particolarmente orgogliosi: dopo anni di lavoro siamo arrivati ai primi detenuti laureati interamente durante il loro periodo di detenzione che auspichiamo termini il prima possibile – ha detto Matteo Lorito – Queste due persone che si laureano oggi danno un segnale a tutti: agli studenti, alla comunità accademica, alla città di Napoli che in questi istituti di pena si può studiare, si ci può laureare e uscire come dottori e affrontare davvero una nuova vita con una prospettiva completamente rivista”. La Federico II punta a rendere sempre più semplice l’ingresso nel mondo del lavoro dei suoi laureati, rendendo la formazione concreta grazie anche ai tirocini come quello svolto dai due laureati nella Farmacia dell’Istituto.

Un’opportunità, quella della formazione, che il carcere di Secondigliano sta cercando di sfruttare al meglio non solo con il polo universitario ma con svariati corsi formativi offerti, dalle scuole fino alle qualifiche più professionalizzanti. “C’è anche un filo conduttore nel percorso di studi nel nostro carcere: ad esempio chi si diploma all’alberghiero poi può iscriversi all’indirizzo universitario gastronomico, come dal commerciale è possibile proseguire con Economia e commercio”, spiega la direttrice Giulia Russo.  Prima dei due detenuti laureati in scienze Erboristiche, c’era stato un altro laureato, Pierdonato Zito, laureato in Sociologia il 14 ottobre 2022. “Quest’estate avremo altre tre lauree in scienze per i servizi giuridici”, dice con orgoglio la direttrice Russo.

Non ci sono ancora dati certi sulla recidiva per chi studia in carcere ma Russo è certa del successo: “Già per chi si iscrive alle scuole medie c’è un abbassamento della recidiva. Riuscire a comprendere l’importanza dello studio, fornisce indubbiamente uno degli elementi fondamentali per il cambiamento”, spiega la direttrice. A riprova di una sorta di “patto educativo” che il detenuto fa con il carcere, la direttrice sottolinea che uno dei due laureandi ha iniziato tutto il percorso di studi proprio a Secondigliano, partendo dalle medie e arrivando alla laurea che ora potrà anche continuare con la specialistica.

Dopo la proclamazione, corona di alloro per i laureati e bomboniere per tutti fatte in carcere. Poi il pomeriggio è proseguito con una festa con tante prelibatezze e le torte in tema con le tesi di laurea. “Quattro anni fa abbiamo firmato un protocollo di intesa tra Federico II, Il Carcere di Secondigliano, il Provveditore Campano e il Garante Regionale dei Detenuti, la bellezza del Polo Universitario è che nasceva a Secondigliano per detenuti dell’Alta Sicurezza – ha raccontato Samuele Ciambriello, Garante Regionale dei detenuti – Poi, grazie a Giulia Russo, abbiamo aperto anche al Reparto Mediterraneo che è media sicurezza. Oggi si sono laureati due detenuti dell’Alta Sicurezza, l’anno scorso si è laureato un ergastolano. La dimensione del tempo, del diritto allo studio è importante perché il Diritto allo studio, alla cultura, alla sanità, al lavoro, all’affettività si devono coniugare con la certezza della pena. Libro significa libertà, libero, e questa è una bella cosa, vuol dire anche dare davvero la possibilità a chi vive per un lungo tempo in carcere per reati anche gravi di riconsiderare le responsabilità e passo dopo passo reinserirsi gradualmente, in questo caso attraverso un titolo di studi. Sarebbe bello che un domani chi si laurea in Giurisprudenza o in altre facoltà potesse esercitare fuori: ci sono casi in Italia in cui detenuti laureati poi non hanno avuto il diritto di esercitare la professione perché hanno perso i diritti civili”.

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Giornalista professionista e videomaker, ha iniziato nel 2006 a scrivere su varie testate nazionali e locali occupandosi di cronaca, cultura e tecnologia. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Orgogliosamente napoletana, si occupa per lo più video e videoreportage. È autrice anche di documentari tra cui “Lo Sfizzicariello – storie di riscatto dal disagio mentale”, menzione speciale al Napoli Film Festival.

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