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Cdm a Cutro, il nuovo decreto legge sui migranti: per Meloni “segnale concreto l'aumento delle pene” – Il Riformista

La premier: “Se qualcuno lo dice o lo lascia intendere, che le istituzioni si girano dall’altra parte, è molto grave”

Redazione — 9 Marzo 2023

Cdm a Cutro, il nuovo decreto legge sui migranti: per Meloni “segnale concreto l’aumento delle pene”

Giorgia Meloni rivendica “la prima volta che viene celebrato un Cdm nel luogo in cui si è svolta una tragedia come questa”. E la tragedia è quella di Cutro, in Calabria, dove a fine febbraio si è verificato il drammatico naufragio di un caicco partito dalla Turchia in cui sono morte 72 persone. Il Consiglio dei ministri si è riunito oggi pomeriggio e ha discusso e approvato all’unanimità un nuovo decreto per contrastare l’immigrazione irregolare e agevolare il flusso di migranti regolari. “Volevamo dare un segnale concreto” tramite il decreto che “prevede un aumento delle pene per il traffico dei migranti. Si introduce una nuova fattispecie di reato per chi provoca la morte o lesioni gravi per il traffico di persone che prevede una pena fino a 30 anni di reclusione”.

Il provvedimento include l’inasprimento delle pene per chi favorisce l’immigrazione clandestina, la semplificazione di alcune procedure per l’espulsione di migranti irregolari, il potenziamento con con nuovi finanziamenti dei centri di permanenza e il ripristino dei cosiddetti decreti flussi. “Siamo determinati a sconfiggere la tratta di esseri umani responsabile di questa tragedia, la nostra è una politica di maggiore fermezza. Credo che un altro modo per combattere i trafficanti di esseri umani sia dare il messaggio per cui non conviene entrare illegalmente in Italia, pagare gli scafisti e rischiare di morire“.

L’inasprimento delle pene è il provvedimento più importante del decreto. La pena è stata aumentata ed è stata introdotta una nuova fattispecie di reato per “morte o lesioni gravi in conseguenza di traffico di clandestini” che prevede da 20 a 30 anni di carcere. Nessuna distinzione tra scafisti e trafficanti di esseri umani, anche se i primi sono spesso e volentieri l’ultimo anello della rete se non proprio persone costrette dai trafficanti o dalle condizioni disperate dei viaggi in mare a mettersi al timone. Per Meloni il reato dovrebbe diventare perseguibile dall’Italia anche al di fuori dei confini nazionali, ha dichiarato di voler “andare a cercare gli scafisti lungo tutto il globo terracqueo”.

I decreti flussi sono una programmazione temporanea dei flussi d’ingresso di lavoratori non comunitari, che avranno una durata triennale. Le quote saranno risevate per gli arrivi dai Paesi “che collaborano con l’Italia nel contrasto ai trafficanti”, ha specificato la premier. Il decreto prevede anche una restrizione della protezione speciale introdotta nel 2018 e che aveva sostituito i permessi per motivi umanitari e la riduzione dei contributi agli imprenditori agricoli che impiegano nelle proprie aziende dei lavoratori irregolari.

Saltata invece la norma sulla sorveglianza che era comparsa nelle prime bozze. “Non c’è stato incontro bilaterale dove io non abbia trattato questa materia. Il tema europeo diventa ancora più centrale. All’indomani della tragedia ho scritto una lettera ai vertici dell’Ue per chiedere azioni concrete immediate. Su questo serve il coinvolgimento dell’Europa a partire dalla coesione e dalle risorse. Abbiamo bisogno di risposte a 360 gradi. L’Italia non può affrontare da sola il problema. Da parte della von der Leyen c’è stata una risposta a questo, che segna di fatto un cambio di passo. Fondamentalmente noi chiediamo che dal prossimo Consiglio europeo arrivino passi concreti. Vogliamo stabilire il principio che non accettiamo la tratta delle persone del terzo millennio“.

Meloni ha ringraziato e confermato la sua fiducia al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, nonostante le dichiarazioni che avevano scatenato una lunga polemica, per il lavoro svolto. “Qualcuno ritiene – ha detto Meloni – che le autorità italiane non abbiano fatto qualcosa che potevano fare? In questo momento ci sono 20 imbarcazioni che qualcuno sta soccorrendo in acque italiane, voi parlate, giustamente, di un caso in cui non siamo riusciti, ma nessuno si occupa degli altri. Se qualcuno lo dice o lo lascia intendere, che le istituzioni si girano dall’altra parte, è molto grave non per me o per il governo ma per la nazione che rappresento e non accetto queste ricostruzioni”.

“Abbiamo previsto una misura sui Centri per migranti. Abbiamo visto, anche recentemente, alcuni casi saliti alla ribalta della cronaca. Quando si interviene per sanzionare alcuni gestori che non rispettano le norme abbiamo previsto forme di commissariamento da parte dei prefetti in modo che non si perdano posti in accoglienza”, ha detto nel punto stampa il ministro Piantedosi. “C’è un allargamento di giurisdizione penale dello Stato italiano: se la condotta è diretta a procurare l’ ingresso illegale nel territorio dello Stato, il reato è punito secondo la legge italiana, anche quando la morte e le lesioni si verificano fuori dal territorio italiano”, ha aggiunto il ministro della Giustizia Carlo Nordio.

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