Provate a cercare Radio Taxi Quattro Mori a Cagliari di venerdì sera, pieno weekend in città turistica, da mezzanotte all’1,30: nessun taxi disponibile, disabili e turisti appiedati nei ristoranti, servizio inefficiente, e una centralinista della penisola che dice: “Sono la signora Gabriella, lei mi sta bloccando il centralino, ho 4 o 5 chiamate in attesa”. Il tramonto dei taxi a Cagliari: cari e introvabili, lo dice un cronista che quattro mesi fa ha perso un aereo aspettando un taxi alle 8 di mattina. Ma la risposta, allo 070400101, è quasi sempre quella: “Attenda, prego”.
Cosa è successo oggi? Alla redazione di Casteddu Online arrivano diverse segnalazioni di disservizi. Diversi clienti che chiamano Radio Taxi 4 Mori e risponde sempre una voce che porta al nulla. Allora, come direttore del giornale online più diffuso a Cagliari, decido di provare a verificare la notizia e faccio 6 chiamate nell’arco di 45 minuti, dalle 0,54 in poi. “Vorrei un taxi in via Paoli”. Attenda, prego, e neanche un ciao. “Vorrei un taxi in piazza San Benedetto”. Attenda prego, e manco la buonanotte. “Vorrei un taxi in via San Benedetto”. “Ah, si è spostato? Non ci sono taxi disponibili e lei mi sta bloccando il centralino”. Grazie a Dio ho le gambe. Bloccando un centralino? Un utente che chiama il taxi 4 Mori a Cagliari di notte, nella città senza altri mezzi di trasporto, sta bloccando un centralino? Decido allora di presentarmi anche come giornalista. “Sono Jacopo Norfo direttore di Casteddu Online, potrebbe essere così gentile da dirmi anche il suo nome?”. “Sono la signora Gabriella, le basta? Non ci sono taxi, lei mi sta bloccando il centralino”. “Mi scusi signora Gabriella, lei da dove opera?”. “Per la privacy le posso dire solo che opero da un call center”. “Da un call center della penisola?”. “Ho diverse chiamate in attesa da diverse città italiane. non posso dirle altro”. Clic, anche con tono piccato. Niente taxi, niente savoir faire.
La “signora Gabriella”, ovviamente, non ha colpe dell’incredibile disservizio che i taxi svolgono in diversi orari giornalmente nella città di Cagliari. A prezzi a peso d’oro, quasi sempre introvabili, e chi ha progettato il servizio taxi in città si dovrebbe vergognare. Perchè i taxi a Cagliari sono una vergogna: è inaccettabile che turisti, cittadini qualsiasi e disabili, disposti a spendere qualsiasi cifra per spostarsi, vengano lasciati a piedi. Che si perdano aerei e appuntamenti di lavoro. Nel silenzio totale del sindaco Truzzu, che giustamente si è affrettato a proporre sconti dei bus del 90 per cento in una città sommersa dai cantieri.
Il cronista decide di tornare a casa a piedi, 5 km a piedi (meglio così) sfidando la poca sicurezza della città nel cuore della notte. Richiama ma ancora i taxi non sono disponibili: una, due, tre, quattro, cinque, sei volte. Emergono alcune notizie: Radio Taxi 4 Mori fa capo in alcune ore a un call center della penisola dove i clienti vengono ignorati e trattati in maniera poco edificante. E il servizio non c’è. Si fanno le corsie per i taxi, ma i taxi sono a volte un oggetto misterioso. Gli assessori ai trasporti sul tema, non risultano pervenuti. I taxi sono una giungla. Provare o lasciare.
Già nel 2015, fioccavano le stesse proteste. Lo scorso 24 gennaio, invece, passeggeri al freddo e al gelo sbarcavano all’aeroporto di Cagliari da Milano senza trovare un solo taxi disponibile nel principale aeroporto sardo. 25 euro per una corsa da Elmas a Monserrato, ma se la ottieni sei un fenomeno. Taxi fantasma, call center beffardo: “Lei mi sta bloccando il centralino”. E i disabili restano all’addiaccio, la notte è lunga in una Cagliari che nel settore dei trasporti continua a fare acqua. Eppure si dice che ai tassisti piaccia molto la tratta aeroporto-città, con prezzi fissi che oscillano tra i 20 e i 25 euro, quasi sempre senza ricevuta. “Il bagaglio tranquillo, glielo metto giù io”. Magari una macchina a noleggio, viste le telefonate fantasma, a mio parere è più conveniente: ti dura un giorno intero, almeno, e non vieni trattato in questo modo e non subisci danni. Il capoluogo sardo, e un milione e mezzo di residenti nell’Isola? Sono così sfortunati da non avere neanche un centralinista sardo, di notte, con cui lamentarsi. “Non le dico da dove opero nel call center”, ribatte contrita la signora Gabriella. Amen. E grazie, eh.