Alcuni stati hanno sospeso le esecuzioni:
Valerio Fioravanti — 3 Febbraio 2023
Due governatori, Oregon e California, hanno svuotato il braccio della morte. Non hanno abolito la pena di morte, una decisione politica comunque difficile, ma ne hanno smontato buona parte del meccanismo. Dell’Oregon avevamo già scritto: la governatrice Brown a dicembre ha commutato in ergastolo tutte le 17 condanne a morte del suo stato.
In California il governatore Newsom ha disposto la ristrutturazione di San Quintino in un carcere di bassa sicurezza, e il trasferimento di tutti i condannati a morte in “normali” prigioni di massima sicurezza. Di primo acchito Newsom ha fatto meno della Brown, visto che le condanne a morte rimangono in vigore, ma lui governa lo stato più popoloso degli Usa, e il braccio della morte del suo stato contiene, da solo, quasi il 30% di tutti i “morituri” Usa. Oggi il provvedimento del governatore si applica a ben 668 uomini e 22 donne. “Smontare” fisicamente il braccio della morte può sembrare un compromesso di basso livello, ma è più o meno il compromesso che dal 2004 fa sì che a New York la pena di morte non sia stata abolita formalmente, ma sia “praticamente inutilizzabile”. Una soluzione a metà, che però funziona bene.
Biden invece, parafrasando Conan Doyle, sembra prediligere una “soluzione all’8%”. In campagna elettorale aveva garantito che avrebbe abolito la pena di morte federale, ossia quella che non viene comminata dai singoli stati per i reati locali, ma quella che viene gestita a Washington per i reati che mettono a rischio l’intera nazione. Nei 27 casi “federali” che stanno andando a processo sotto l’amministrazione Biden, il ministero della giustizia ha rinunciato a chiedere la pena di morte in 25 casi, e invece la chiederà per 2. I due sventurati sono estremisti islamici. Chi conosce gli Usa meglio di me dice che gli americani ancora non si sono ripresi dagli attentati dell’11 settembre, e che alla sola parola “estremista islamico” scatta l’obnubilamento mentale.
Quindi sì alla pena di morte per Dzhokhar Tsarnaev e Sayfullo Saipov, no alla pena di morte per, ad esempio, Patrick Crusius, accusato di aver ucciso 23 persone in un attacco razzista in un supermercato del Texas nel 2019. Crusius da solo ha ucciso più del doppio delle persone dei due islamici, ma è bianco, e per lui un pizzico di clemenza si può applicare, per gli altri no. L’unica cosa certa che ha fatto fino ad ora Biden è ordinare, attraverso il suo ministro della Giustizia, una “revisione dei protocolli di esecuzione”. Questo significa sospendere le esecuzioni, ma un suo successore nell’arco di pochi minuti potrebbe riavviarle. In questo, Biden ha fatto molto di meno dei suoi due colleghi di partito dell’Oregon e della California. Oltre a loro, altri due governatori hanno sospeso tutte le esecuzioni: Arizona (Democratica) e Tennessee (Repubblicano). Troppi errori, esecuzioni lunghe, dolorose, alcune addirittura interrotte a metà.
La formula è la stessa di Biden, “solo” una revisione delle procedure, ma intanto nel corso del 2023 sono previste esecuzioni solamente in 5 stati sui 50 che compongono la nazione, risultato insperabile solo pochi anni fa. Una catastrofe però incombe su questo panorama positivo: l’azoto. A dire il vero, l’azoto incombe su tutti noi, considerato che costituisce il 78% dell’atmosfera terrestre e quindi dell’aria che ad ogni respiro immettiamo nei nostri polmoni. Non ci facciamo caso perché, come dicono i libri di testo, è un gas incolore, inodore, insapore e inerte. Soprattutto inerte. Il nostro corpo non lo utilizza, entra nei polmoni assieme all’ossigeno, ed esce tale e quale, assieme all’anidride carbonica. Alcuni stati hanno pensato di “addolcire” la camera a gas, e invece del cianuro, far respirare al condannato 100% azoto. Ossia, zero ossigeno.
Un documentario della BBC di 15 anni fa mostrava, sui maiali, la perfetta efficacia di questo sistema, che rende incoscienti nel giro di 15 secondi, e morti in un minuto. Ho guardato quel documentario, e altri successivi: il sistema sembra davvero stress-free. Bombole di azoto sono in vendita, a poco prezzo, per gli usi più diversi, dalla fabbricazione artigianale di birra, alla refrigerazione (il famoso azoto liquido), alle teche di cristallo per la conservazione di opere d’arte… In Alabama una multinazionale (Airgas/Air Liquide) ha rifiutato di vendere le proprie bombole all’Amministrazione Penitenziaria che intendeva usarle per le esecuzioni. Ma temo che procurarsi bombole di azoto sia tremendamente facile. Se mai partirà questa nuova procedura, sarà difficile fermarla.
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