L’Assistenza Infermieristica al Paziente affetto da Diabete Mellito è sempre più specialistica e prevede competenze avanzate e altamente professionali.
Sempre più Infermieri e Infermieri Pediatrici si stanno specializzando nell’Assistenza a Pazienti con Diabete Mellito (Tipo 1 e Tipo 2). Il Diabete (che può presentarsi anche sotto altre forme: Gestazionale, Insipido, Iatrogeno, ecc.), si sa, non è una semplice patologia, ma una vera e propria Sindrome Sistemica caratterizzata dalla cessazione o riduzione nella produzione da parte del nostro organismo di Insulina.
L’Assistenza Infermieristica al Paziente con Diabete Mellito, come dicevamo, è sempre più specialistica e prevede competenze decisamente avanzate. La Sindrome colpisce:
- bambini;
- giovani;
- adulti;
- anziani;
senza distinzioni di sesso.
La terapia: farmaci e dieta.
La terapia è sempre quasi sempre individualizzata. Si usano insulina o ipoglicemizzanti orali, oppure entrambi in combinazione (in forma cronica o acuta). In ogni caso i farmaci vanno abbinati ad una dieta ottimale e alla perdita ponderale controllata.
Cos’è il Diabete Mellito.
Il Diabete Mellito – secondo quanto riportato dal portale Diabete.net – è una sindrome cronica caratterizzata dall’aumento della concentrazione di glucosio nel sangue.
Responsabile di questo fenomeno è un difetto assoluto o relativo di insulina che consente all’organismo di utilizzare il glucosio per i processi energetici all’interno delle cellule.
Quando l’insulina è prodotta in quantità non sufficiente dal pancreas oppure le cellule dell’organismo non rispondono alla sua presenza, nel sangue si avranno livelli di glucosio più alti del normale (iperglicemia) favorendo, così, la comparsa del diabete mellito.
La diagnosi di diabete è certa con un valore di glicemia di 200 mg/dl, rilevato in qualunque momento della giornata o due ore dopo un carico di glucosio.
L’insulina è un ormone secreto dalle isole di Langherhans del pancreas ed indispensabile per il metabolismo degli zuccheri.
Tutti gli zuccheri semplici e complessi (amidi), che vengono assunti con l’alimentazione, sono trasformati nel corso della digestione in glucosio, il quale rappresenta la principale fonte di energia per i muscoli e gli organi.
Affinché il glucosio possa fare il suo ingresso nelle cellule ed essere utilizzato come “carburante”, è necessaria la presenza dell’insulina.
Valori glicemici ottimali.
La concentrazione di glucosio nel sangue si misura con la glicemia.
In soggetti sani, che hanno una vita regolare e un’alimentazione corretta, generalmente nell’arco della giornata i valori della glicemia si mantengono tra i 60 e i 130 mg/dl.
A digiuno, i valori glicemici possono variare dai 70 ai 110 mg/dl; tra 110 e 125 mg/dl si tratta di condizione di alterata glicemia a digiuno (IFG), una condizione che dovrebbe invitare il paziente a porre maggior attenzione al suo stile di vita e in particolare alla sua alimentazione.
Valori di glicemia uguali o superiori a 126 mg/dl, secondo l’American Diabetes Association, sono da considerarsi probabili sintomi di diabete.
La diagnosi di diabete è certa con un valore di glicemia di 200 mg/dl, rilevato in qualunque momento della giornata o due ore dopo un carico di glucosio.
Valori di glicemia compresi fra 140 a 200 mg/dl dopo un carico di glucosio definiscono, invece, la ridotta tolleranza al glucosio (IGT). IFG ed IGT possono evolvere nel tempo verso un Diabete conclamato.
Pillole di Diabete Mellito.
Poco fa parlavamo di valori ottimali di Glicemia per chi soffre di Diabete Mellito.
Nei soggetti sani i valori nell’arco della giornata possono variare tra i 60 e i 130 mg/dl. Sotto i 60 si parla di Ipoglicemia, al di sopra dei 130 di Iperglicemia. Un valore ottimo può oscillare tra i 90 e i 100 mg/dl.
Il glucosio: uno zucchero disciolto nel sangue.
Da cosa deriva la presenza di Glucosio nel nostro sangue?
Sicuramente da:
- alimentazione (cibi e bibite zuccherate);
- scorte immagazzinate dal fegato sotto forma di glicogeno;
- scorte di glucosio sintetizzato dal fegato a partire da composti di natura differenziata (tra tutti gli aminoacidi).
L’azione dell’Insulina e delle ghiandole endocrine: l’Omeostasi regolatrice.
Il nostro organismo mantiene un livello ottimale di Glicemia grazie alla cosiddetta Omeostasi: si tratta di un’azione naturale del nostro corpo che riesce a coordinare in maniera armonica e costante gli ormoni secreti da particolari ghiandole endocrine che garantiscono l’escrezione o il mantenimento di Glucosio (introdotto con la dieta) nel sangue.
La funzione dell’Insulina.
Tra gli ormoni principali vi è l’Insulina. Essa viene prodotta dalle Isole del Langerhans (ubicate nel Pancreas). Stimola le cellule epatiche, quelle del tessuto muscolare e quelle del tessuto adiposo a prelevare dal sangue il giusto quantitativo di Glucosio, immagazzinando al loro interno quello non utilizzabile nell’immediato (sotto forma di Glicogeno, che può servire per l’emergenza come ad esempio durante un digiuno forzato, durante esercizi fisici, nei periodi di stress fisico e psichico).
Le Disfunzioni: quando l’Insulina non fa più il suo dovere.
Per motivi patologici l’Insulina potrebbe non fare più il suo lavoro o essere prodotta in maniera non più sufficiente a garantire la corretta Omeostasi. In questi casi l’ormone riduce o smette la sua funzione e si crea di fatto accumulo in eccesso di Glucosio (Iperglicemia) che può portale anche nel breve periodo a creare gravi alterazioni nel nostro organismo, con danni a livello tessutale sistemico.
Livelli elevati di Glucosio portano a:
- proliferazione batterica e rischio elevato di infezioni;
- aumento della viscosità ematica;
- ridotta capacità dell’Emoglobina di trasportare Ossigeno ai tessuti (a livello sistemico).
Il punto di vista assistenziale di Lynda Juall Carpenito-Moyet.
Lynda Jual Carpenito-Moyet, meglio conosciuta come Carpenito, ha evidenziato diverse tipologie di Diagnosi nei suoi “Piani di assistenza infermieristica e documentazione”.
Modello bifocale di Lynda Juall Carpenito. Come pianificare l’Assistenza Infermieristica
Per quanto concerne l’enunciazione della Diagnosi specifica di Diabete Mellito essa prende in considerazione tre parametri:
- Glicemia a digiuno < 126 mg/dl;
- Glicemia a 2 ore durante il test di tolleranza al glucosio somministrato per via orale >200 mg/dl;
- Sintomi tipici del Diabete Mellito (poliuria, polidipsia, variabili ponderali) associati ad un valore di glicemia casuale >200 mg/dl.
Le complicanze.
Il Diabete Mellito (ma anche tutte le altre forme diabetiche) mette in Come dicevamo in apertura, il diabete comporta una serie di complicanze che vanno ad incidere significativamente sulla vita della persona, poiché si tratta di una patologia cronica e
irreversibile la cui cronicizzazione comporta altre disfunzioni a cascata che si vanno ad aggiungere agli eventi di acuzie:
- complicanze acute: ipoglicemia, iperglicemia;
- complicanze croniche: aterosclerosi, retinopatie, nefropatie, neuropatie, ulcere diabetiche, aumentata suscettibilità alle infezioni (piede diabetico, flemmoni, cellulite, fascite necrotizzante, infezioni dell’apparato urinario, ecc.).
Vi consigliamo di leggere.
Diabete e cancro: patologie ormai comuni. Parla un Infermiere esperto, Marco Alfredo Arcidiacono.
Assistenza Infermieristica al Paziente con Diabete Mellito (Tipo II).
L’infermiere, come recita il Profilo Professionale, è responsabile dell’assistenza generale infermieristica, che è di natura tecnica,
relazionale ed educativa. Ora andremo ad analizzare un esempio di Piano Assistenziale applicato a Paziente con Diabete Mellito Tipo II (ambito educativo).
Pianificazione assistenziale standard.
Pianificheremo l’assistenza seguendo il metodo bifocale di Carpenito, enunciando una Diagnosi Infermieristica (senza infilarci troppo in Problemi Collaborativi).
Esempio.
Il signor Giovanni, 70 anni, è iperteso ed ha un BMI di 32 (piuttosto obeso). Fa il capo-operaio ed è stato ricoverato in Medicina Prima dopo uno scompenso glicemico stabilizzato in Pronto Soccorso e poi in Medicina d’Urgenza.
Il Medico diagnostica Diabete Mellito di Tipo 2. A distanza di una settimana è in dimissione.
Rilevando i dati di Giovanni si evidenzia che:
- livello di scolarizzazione superiore;
- fumatore ed obeso;
- non fa sport;
- non sa cosa sia il Diabete e quali rischi comporta;
- non ne riconoscere i segni e sintomi (fase acuta).
A questo punto l’Infermiere progetta un piano educativo tale per cui il Paziente identificherà i sintomi delle complicanze acute, tra cui:
- ipoglicemia (HGT < 60 mg/dl); cute pallida, palpitazioni, sudorazione algida, agitazione e ansia, parestesie, tremori diffusi, vertigini, alterazioni del sensorio, sonnolenza, cefalea;
- iperglicemia (HGT >126 mg/dl);
- poliuria;
- polidipsia;
- astenia;
- dolori addominali;
- secchezza cutanea;
- obnubilazione del sensorio.
Il Paziente poi saprà:
- rilevare in autonomia la glicemia;
- gestire correttamente la terapia farmacologia e la dieta alimentare;
- capire l’importanza dell’attività fisica e dell’igiene personale, onde evitare lesioni cutanee e verificare la presenza di possibili flemmoni soprattutto negli arti inferiori.
Esempio di Pianificazione Infermieristica.
La Diagnosi.
Abbiamo pensato ad una Diagnosi Infermieristica piuttosto semplice: Inefficace autogestione dello stato di salute correlato a complessità del regime terapeutico e insufficienti conoscenze che si manifestano con evidente difficoltà a gestire il trattamento della patologia e la prevenzione delle complicanze acute e croniche.
L’Obiettivo.
Il Sig. Giovanni metterà in essere i giusti comportamenti per gestire la patologia e per prevenire recidive o complicanze entro la dimissione.
La Pianificazione degli interventi.
Sarà insegnato al Paziente a:
- conoscere la tecnica e l’importanza dell’igiene delle mani;
- reperire e ad organizzare il materiale occorrente per la rilevazione della glicemia a domicilio;
- gestire un diario dove registrare i valori della glicemia;
- conoscere fattori di rischio legati ad una scorretta alimentazione;
- conoscere la tecnica per la rilevazione della glicemia capillare;
- riconoscere i valori entro i quali deve essere mantenuta la glicemia.
L’Attuazione degli interventi.
Il Paziente:
- conosce la tecnica e l’importanza dell’igiene delle mani;
- reperire e organizza il materiale occorrente per la rilevazione della glicemia a domicilio;
- gestisce un diario dove registra quotidianamente o ad orari predefiniti e sempre identici i valori della glicemia;
- conosce fattori di rischio legati ad una scorretta alimentazione;
- conosce la tecnica per la rilevazione della glicemia capillare;
- riconosce i valori entro i quali deve essere mantenuta la glicemia.
La Verifica.
La persona esegue correttamente la tecnica di rilevazione della glicemia.
Bibliografia/Sitografia.
- Diabete.net;
- Archivio AssoCareNews.it;
- American Diabetes Association;
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