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Madonna? Noi l'abbiamo disegnata così

Un numero speciale quello con in copertina Madonna, pioniera, diva e popstar: le edizioni europee di Vanity Fair sono uscite con il primo The Icon issue, l’esordio di un’iniziativa annuale che supera i confini dell’editoria, diventando un progetto artistico con tanto di mostra, short movie e una performance di urban art.

Ed è così che, nel giorno dell’uscita in edicola, mercoledì 18 gennaio, nel cortile di Palazzo Reale a Milano, Giulia e Alice Monzani, due giovani artiste, hanno realizzato un’opera di live painting, replicando, come due esperte madonnare, una copia XXL della nuova copertina icon.

Giulia e Alice Monzani
al lavoro.

Gemelle, Giulia e Alice hanno 23 anni, si sono laureate all’Accademia di Belle Arti di Brera e vengono da Bergamo. Madonna era un’icona per la loro mamma, «ma tutti conosciamo le sue canzoni, siamo cresciute con l’idea che sia una grande star».

La copertina del giornale è stata loro svelata all’ultimo momento, ma, nonostante non abbiano avuto il tempo di prepararsi in anticipo, il risultato è stato stupefacente: ne è venuto fuori un pannello di più di 2 metri per 2 (per l’esattezza 286 per 210 cm), che riproduce fedelmente la cover. «Abbiamo realizzato il disegno in poche ore, questa è una prerogativa del lavoro del madonnaro. Il modo di lavorare è molto soggettivo: noi siamo partite riportando il disegno in grande sul pannello di legno, con l’aiuto di una griglia per mantenere le giuste proporzioni. Ci siamo poi divise le parti da realizzare in base alle nostre abilità, per esempio», racconta Giulia, «Alice sa che io sono più veloce nel fare i volti quindi li lascia a me, mentre io so che lei è brava nei panneggi. Si lavora poi con il gesso sovrapponendo tratti di colore diversi per ottenere il colore desiderato. Detto ciò non c’è una tecnica giusta o sbagliata, ognuno utilizza quella che ritiene più efficace: c’è chi usa tantissimi colori, chi pochi, chi parte dal bianco e nero e aggiunge i colori solo in seguito. Anche il gesto può essere più o meno sfumato e tratteggiato, dipende da molte varianti e dalla scelta stilistica dell’artista».

Lavorando con il gessetto, per strada, sono abituate che i loro lavori svaniscano con il passare dle tempo: «Io in realtà non mi pongo il problema. Quando iniziò un lavoro so già che non resterà per sempre perciò non ci rimango male, non mi ci attacco troppo. Forse anche il fatto che venga realizzato con una certa rapidità, di solito in un giorno, contribuisce al fatto di non affezionarmi. Mi piace che possa essere una cosa temporanea, che non possa essere visto da tutti, gli dà un certo valore, una bellezza che può essere apprezzata solo per un certo momento, incontrata quasi per caso lungo la strada. Essere madonnare», spiega Giulia, «vuol dire per noi portare avanti una tradizione, quella di rappresentare immagini sacre con un materiale povero. Significa anche parlare con le persone che di volta in volta si avvicinano interessate a ciò che stai facendo. Vuol dire poi poter viaggiare con la tua arte».

In realtà loro sanno utilizzare media molto diversi, dal cucito alla stampa, dalle istallazioni alla pittura. E se Giulia guarda alle opere di Serge Clottey, Magdalena Abakanowicz, Jessica Rankin, Lin Maya e ai disegni di Sergio Toppi e Pat Perry, Alice pesca dal passato: «Come madonnara mi ispiro soprattutto ai più grandi artisti dal ‘500 all’’800, in particolare Giovan Battista Moroni, Caravaggio e Bougureau. Ma recentemente sto cercando di guardare anche a pittori contemporanei, dipende sempre dalla tematica del disegno. Mentre per il lavoro più personale scegliere un artista a cui mi ispiro sarebbe troppo difficile, gli stimoli sono veramente tantissimi, anche al di fuori del campo artistico, guardo molto alla natura. Lavorando particolarmente nel campo dell’arte tessile alcuni degli artisti che mi hanno ispirata sono Sheila Hicks, Anni Albers, Igshaan Adams e Kelly Limerick e tantissimi artisti contemporanei che amo scoprire ogni giorno».

 E intanto è stato bello scoprire loro. E questa prima loro grande opera dedicata a Madonna è ora esposta nella sede di Condé Nast, in piazzale Cadorna 5, a Milano. Beato chi verrà a vederla.

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