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Tre anni in carcere, Antonio Rodà assolto da ogni accusa di mafia: “Chi mi ridarà quei giorni?” – Il Riformista

Giustizia

Antonio Lamorte — 7 Aprile 2023

Tre anni in carcere, Antonio Rodà assolto da ogni accusa di mafia: “Chi mi ridarà quei giorni?”

Antonio Rodà ha passato tre anni, tre mesi e dodici giorni in carcerazione preventiva. Era accusato di far parte di un’associazione mafiosa. È stato assolto, dal tribunale di Locri, insieme con altri sei imputati, lo scorso 24 marzo, da ogni accusa. La vicenda di Rodà è stata raccontata dal quotidiano Il Foglio. “Io so solo che avevo 66 anni, oggi ne ho 70, chi mi ridarà gli anni che non ho potuto vivere e trascorrere con la mia famiglia?”.

Rodà, calabrese di origini, ma da trent’anni a Sansepolcro, in provincia di Arezzo, era un imprenditore nel settore florovivaistico. È stato arrestato il 12 dicembre 2019. “Vennero a prendermi a casa alle tre e mezza del mattino – ha raccontato – mi stavo preparando per andare al lavoro, al mercato. Le forze dell’ordine hanno pensato che io mi fossi tenuto pronto perché sapevo che mi avrebbero arrestato. Semplicemente nella mia vita ho sempre solo pensato a lavorare”. La difesa, degli avvocati Lucio Massimo Zanelli e Francesco Calabrese, valuterà la richiesta di indennizzo qualora la sentenza non dovesse essere impugnata dalla procura.

L’arresto venne annunciato in una conferenza stampa. Secondo quanto ricostruito dal quotidiano, l’uomo aveva avuto contatti, per motivi di lavoro, con alcuni corregionali che erano finiti nel mirino della Direzione distrettuale di Reggio Calabria per possibili legami con la ndrangheta. “La domanda che mi facevo costantemente in carcere era: perché? Perché sono qui?”. Quando era in carcere si è iscritto all’università in scienze gastronomiche, si teneva impegnato coltivando un terreno. La sua attività commerciale è stata tenuta in vita dai familiari ma danneggiata fortemente dalla vicenda.

“Il caso in esame deve far riflettere la politica sul fatto di considerare prioritaria una riforma in ordine all’utilizzo da parte della magistratura delle misure cautelari detentive, quale forma idonea a combattere ogni tipo di associazione a delinquere”, ha commentato allo stesso quotidiano il legale Zanelli.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.

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