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Suicidio assistito, +111% di richieste all’Associazione Coscioni

«Ci siamo impegnati ad aiutare altre due persone ad andare in Svizzera, una delle quali a Bologna già nei prossimi giorni». Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni e fondatore dell’associazione Soccorso Civile, ricorda che la battaglia sua e dell’Associazione non è finita e anzi si allarga. Il suicidio assistito non è ancora un diritto per tutti, ma tanti chiedono aiuto.

Sono aumentate del 111% le persone alle quali l’Associazione Luca Coscioni, negli ultimi 12 mesi, ha fornito prima informazioni e poi, in alcuni casi, un aiuto pratico, a partire dal modulo per la richiesta di verifica delle condizioni per accedere al cosiddetto suicidio assistito in Italia. L’Associazione ha un Numero Bianco sul fine vita: 06 9931 3409.

Le informazioni o aiuto per la Svizzera, dove la pratica è legale, sono fornite da Marco Cappato con Soccorso civile, l’organizzazione raccoglie ora 17 persone, di ogni parte d’Italia, pronte ad assumersi il rischio di conseguenze penali per aiutare persone malate a porre fine alle proprie sofferenze.

L’attivista Felicetta Maltese e la giornalista e bioeticista Chiara Lalli, nel dicembre 2022, hanno accompagnato in Svizzera Massimiliano, toscano affetto da sclerosi multipla. A disposizione di Soccorso Civile anche l’ex Senatore Marco Perduca e Virginia Fiume, co-presidente del movimento paneuropeo di cittadini EUmans. A loro si sono unite altre 10 persone. «Saluto il coraggio di chi è pronto a pagare in prima persona per difendere le proprie convinzioni e la libertà di tutti» ha detto Marco Cappato.

Filomena Gallo, avvocata e Segretaria dell’Associazione Luca Coscioni aggiunge: «Non ci facciamo alcuna illusione sulla capacità di questo Parlamento di affrontare adeguatamente la questione per rispondere alle urgenze dei pazienti che vogliono il rispetto delle loro scelte nel fine vita; per questo è importante che nel silenzio delle aule parlamentari siano le aule di giustizia a esprimersi su quello che consideriamo un diritto fondamentale, e che chiederemo anche all’Unione europea di riconoscere e garantire».

Le prossime persone malate che verranno accompagnate in Svizzera, non possono accedere alla tecnica in Italia in quanto, come nei recenti precedenti di Massimiliano, Romano (parkinsonismo) e Elena Altamira (paziente oncologica), non sono in possesso di uno dei requisiti previsti dalla sentenza della Consulta 242/2019 Cappato-Antoniani, ovvero non sono tenuti in vita da trattamenti di sostegno vitale. 

In Italia, proprio grazie alla disobbedienza civile di Cappato per l’aiuto fornito a Fabiano Antoniani e alla sentenza 242 della Corte costituzionale l’aiuto al  suicidio è possibile legalmente quando la persona malata che ne fa richiesta è affetta da una patologia irreversibile, fonte di intollerabili sofferenze fisiche o psicologiche, pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli e  tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale. Tali condizioni devono essere state verificate dal SSN, come accaduto nel caso di Federico Carboni, il quale lo scorso giugno ha potuto accedere al suicidio assistito senza che l’aiuto fornito configurasse reato.

Nell’ultimo anno sono state  351 le persone che hanno richiesto informazioni di questo tipo, contro le 166 dei 12 mesi precedenti. Sono quasi 30 al mese. 1.246 è il numero di persone che più in generale ha chiesto informazioni sul fine vita.

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