Il Festival di Sanremo chiama, e i Måneskin rispondono. Per il terzo anno consecutivo, la band composta da Damiano David, Victoria De Angelis, Thomas Raggi ed Ethan Torchio salirà, infatti, sul palco del Teatro Ariston su invito del conduttore e direttore artistico Amadeus, cui devono la partecipazione e il successivo trionfo nel 2021. Da quel momento in avanti i Måneskin di strada ne hanno fatta parecchia, ma senza mai rinnegare l’Italia e, soprattutto, il palco dal quale è partita la loro ascesa internazionale: quello di Sanremo, appunto. Ad annunciare il ritorno della band nella nuova edizione è stato lo stesso Amadeus al Tg1 delle 20.00 andato in onda venerdì 21 gennaio, scortato da Damiano, Victoria e Thomas ma non da Ethan, a letto con la febbre.
«Non vediamo l’ora di tornare a Sanremo, ha detto Damiano in diretta su Rai1. «Ci speravamo, per noi è sempre un onore». «Li invito ogni anno a prescindere perché Sanremo è fortemente legato a loro, ha una marcia in più quando ci sono i Måneskin», ha aggiunto Amadeus spiegando che la band si esibirà sul palco nel corso della terza serata, ovvero quella di giovedì 9 febbraio. «Fino al giorno prima sono negli Stati Uniti: vengono appositamente per Sanremo. Vedrete cosa accadrà con i Måneskin, sarà energia allo stato puro», ha continuato Amadeus lasciando intendere che la loro non sarà una semplice partecipazione come quella del 2022, ma un intervento più articolato, alla base di un’idea originale.
Fino a quel momento, i Måneskin si godono il fresco successo di Rush!, il loro ultimo album entrato direttamente al primo posto della classifica iTunes in ben 20 Paesi. Un’occasione che la band ha voluto celebrare con uno sfarzoso matrimonio a quattro organizzato da Spotify a Roma e celebrato dall’ex direttore creativo di Gucci Alessandro Michele e accompagnato da qualche polemica sul loro ritorno musicale. Insieme all’entusiasmo dei fan, infatti, dall’America qualcuno mette in dubbio la natura sovversiva e rockettara dalla band: si tratta del giornalista Spencer Kornhaber che, nel suo editoriale pubblicato su The Atlantic, si chiede se i Måneskin siano effettivamente il gruppo che potrebbe salvare il rock’n’roll, visto che sembrano più fumo che arrosto. Al di là di questo, l’onda del successo non sembra abbandonarli, e non vediamo l’ora di scoprire cosa abbiano in serbo per noi sul palco di Sanremo.
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