Le ricerche del cilindro di 6 mm per 8 contenente Cesio
Antonio Lamorte — 1 Febbraio 2023
Come un ago in un pagliaio. E come, se non così, così retoricamente, poteva essere descritto il ritrovamento della capsula radioattiva persa in Australia durante il trasporto su un percorso lungo 1.400 chilometri? Una capsula da 8 millimetri per sei contenente Cesio-137. Piccolissima, minuscola, ma potenzialmente letale, capace di far stare molto male e di arrivare perfino a uccidere un essere umano. E infatti le autorità avevano avvertito che gli esseri umani devono restarci a distanza di almeno cinque metri.
La capsula, di forma cilindrica, era andata persa durante il trasporto in camion, in una remota strada nell’ovest del Paese. Faceva parte di un meccanismo che nell’industria mineraria serve a misurare la densità del minerale di ferro. Emette raggi beta e gamma con livello di radiazioni equivalente a quello che colpisce una persona che si sottoponga a 10 radiografie ogni ora. Il cesio-137 è un sottoprodotto della fissione nucleare dell’uranio, impiegato in alcuni sensori per vari tipi di misurazioni.
Era stata prelevata il 12 gennaio dalla miniera di ferro Gudai-Darri vicino a Newman e consegnata nel sobborgo di Perth chiamato Malaga il 15 gennaio. Quando il 25 gennaio il pacco che custodiva la capsula è stato aperto, lo strumento è stato trovato “rotto” e la capsula era sparita. Smarrita. Il colosso minerario Rio Tinto aveva appaltato il trasporto del materiale a un’azienda esterna certificata. Ha presentato le sue scuse e avviato un’indagine interna per ricostruire la dinamica dei fatti.
Il ritrovamento era considerato alla stregua di una missione impossibile: la capsula era andata perduta in un territorio vastissimo, desertico e desolato nell’entroterra australiano. “I servizi di emergenza hanno letteralmente trovato l’ago nel pagliaio”, hanno quindi dichiarato le autorità. Per la ricerca, condotta da una squadra composta da membri del dipartimento governativo che si occupa della gestione degli incendi e delle emergenze e da addetti dell’organizzazione nazionale per la scienza e le tecnologie nucleari, erano stati utilizzati dei contatori geiger. A dare la notizia il ministro australiano per i Servizi di emergenza Stepghen Dawson. Secondo i funzionari è improbabile che la capsula abbia contaminato l’area.
Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.
© Riproduzione riservata