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Professoressa sequestra il cellulare all'alunno: il padre la denuncia

Professoressa sequestra il cellulare all’alunno: il padre la denuncia

Lo smartphone di un alunno ha squillato in classe e la docente ha provveduto a sequestrarlo: il padre del ragazzino ha replicato denunciando insegnante e preside

La vicenda è avvenuta in una scuola media del Trentino. Il cellulare di un alunno undicenne ha squillato disturbando la lezione. L’insegnante ha sequestrato il cellulare dell’allievo, scatenando la rabbia del padre che ha deciso di affidarsi a uno studio legale per procedere nei confronti del docente e della dirigente.

Secondo il genitore, l’insegnante avrebbe dovuto mettere una nota al figlio ma ritiene “illegittimo” il sequestro del telefonino, in quanto “le linee guida del ministero e il garante della privacy sostengono chiaramente che la scuola può proibire l’uso del cellulare ma non esercitare poteri coercitivi di perquisizione al fine di verificare il rispetto del regolamento, così come l’insegnante non può provvedere al sequestro”, ha dichiarato a un quotidiano locale il padre del ragazzo.

La circolare, firmata dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, contenente le indicazioni sull’utilizzo dei telefoni cellulari e di analoghi dispositivi elettronici nelle classi, dice: “È confermato il divieto di utilizzare il cellulare durante le lezioni, trattandosi di un elemento di distrazione propria e altrui e di una mancanza di rispetto verso i docenti, come già stabilito dallo Statuto delle studentesse e degli studenti del 1998 e dalla circolare ministeriale n. 30 del 2007”. La circolare, quindi, non consente l’utilizzo del cellulare in classe, ma non indica nello specifico come la scuola dovrebbe intervenire per far rispettare il divieto agli studenti.


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Bye bye sigarette: a breve sarà proibito fumare anche all’aperto

A 20 anni dalla legge Sirchia, è in arrivo una nuova stretta per i fumatori (e riguarda anche le e-cig): a breve sarà vietato accendersi una sigaretta tradizionale o elettronica anche all’aperto

Sono trascorsi 20 anni da quando la legge Sirchia sancì la proibizione di fumare in tutti i locali chiusi, compresi i luoghi di lavoro privati o non aperti al pubblico, gli esercizi commerciali e di ristorazione, i luoghi di svago, palestre, centri sportivi.

Oggi arrivano nuove proibizioni: tra non molto sarà vietato per legge fumare anche all’aperto. Il provvedimento già in bozza e messo a punto dai tecnici della Salute, prevede che non si possa più accendere né una sigaretta né una e-cig nei tavoli all’aperto di bar e ristoranti, così come alle fermate sempre all’aperto di metro, bus, treni e traghetti. Per il resto è confermato quanto annunciato il mese scorso dal ministro della Salute, Orazio Schillaci, con il divieto di fumo al chiuso esteso anche a prodotti da svapo, Iqos e consimili a tabacco surriscaldato.

Addio anche alle sale fumatori istituite negli aeroporti e in altri locali al chiuso. Stretta in arrivo infine anche per la pubblicità delle sigarette elettroniche di vario tipo, per le quali varranno i rigidi paletti già imposti ai prodotti da fumo tradizionali, per i quali è vietata qualsiasi forma pubblicitaria diretta e indiretta.


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