Il caso che infiamma l’America
Carmine Di Niro — 27 Gennaio 2023
Verrà pubblicato quando in Italia sarà notte fonda. Sarà intorno all’una di notte che la città di Memphis, negli Stati Uniti, renderà pubbliche le immagini tratte dalla body cam dei cinque poliziotti che lo scorso 7 gennaio hanno aggredito il 29enne afroamericano Tyre Nichols, morto poi in ospedale tre giorni dopo per le conseguenze delle ferite riportate.
I cinque poliziotti, a loro volta afroamericani, si chiamano Tadarrius Bean, Demetrius Haley, Desmond Mills Jr., Emmitt Martin III e Justin Smith: i cinque, dieta compresa tra i 24 e i 32 anni, erano stati licenziati pochi giorni dopo il pestaggio.
I cinque agenti sono stati formalmente accusati di aggressione aggravata, rapimento aggravato e abuso d’ufficio, oltre che di omicidio “di secondo grado”, reato che in Italia può essere considerato l’equivalente dell’omicidio colposo.
Quattro dei cinque agenti sono usciti venerdì dal carcere dopo il pagamento di una cauzione.
Un caso che aumenta ancora una volta la tensione tra la popolazione afroamericana e le forze dell’ordine, un rapporto già ai minimi termini dopo i tanti casi di violenze, la più “mediatica” di tutte quella che ha visto la morte di George Floyd.
Non è un caso dunque che anche il presidente Joe Biden sia intervenuto invitando la popolazione alla calma in un messaggio alla nazione, col timore di possibili nuovi scontri di piazza.
“Mi unisco alla famiglia – ha dichiarato Biden – nel chiedere una protesta pacifica. Lo shock è comprensibile, ma la violenza non è mai accettabile. La violenza è distruttiva e contro la legge. Non ha posto nelle proteste pacifiche che cercano giustizia“.
Il motivo sarebbe nella crudeltà del trattamento inferto dai cinque agenti contro Tyre Nichols, pestato a morte dopo un normale controllo mentre era in auto. Il 29enne era stato fermato a poche centinaia di metri da casa per un’infrazione stradale, “guida imprudente”, di cui però al momento non ci sarebbe traccia in base alle prime indagini, rincorso, immobilizzato, picchiato e colpito più volte con il Taser, la pistola elettronica paralizzante, nonostante fosse disarmato.
Tyre Nichols’ mother, RowVaughn Wells, reacts to her son’s last words, which attorney Ben Crump said were “mom, mom.”
“For a mother to know that their child was calling them in their need and I wasn’t there for him?” https://t.co/io5n19O9z8 pic.twitter.com/XAH7WBUQNs
— The Associated Press (@AP) January 27, 2023
Familiari e avvocato di Nichols, che hanno già potuto visionare le immagini, hanno parlato di violenza “disumana” e “terrificante”. Il legale della famiglia ha detto che il filmato mostra i cinque poliziotti picchiare Nicholas per tre minuti, mentre lui urla di aver fatto nulla di male e implora di poter andare a casa. Sostiene inoltre che i poliziotti abbiano picchiato senza sosta Nichols come se fosse una “pignatta umana”.
Anche il capo dell’Fbi, Chris Way, ha sottolineato che quanto accaduto a Memphis è “tragico” e che il video “è scioccante”.
Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia
© Riproduzione riservata