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Per la ministra Calderone e il marito De Luca il lavoro è un affare di famiglia

(ALESSANDRO MILIA – glistatigenerali.com) – Nel governo presieduto da Giorgia Meloni il Ministero del Lavoro è stato affidato ad una figura tecnica, ma la sua presenza alla festa di Atreju negli ultimi anni dimostra la vicinanza all’area politica della Presidente del Consiglio. Marina Elvira Calderone, ex presidente dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro,  ha un marito, Rosario De Luca, che dopo essersi dimesso da congliere dell’INPS per incompatibilità, ricopre ora, succedendo alla moglie, proprio la carica di Presidente dell’Ordine. Sull’intreccio dei ruoli ricoperti dai due regna un curioso silenzio. Eppure, sarebbe normale parlare apertamente del fatto che alla guida dell’Ordine nazionale dei consulenti del lavoro ci sia stata sia avvenuta una successione familiare. Sarebbe altrettanto normale parlare della società che i coniugi hanno in comune e della Fondazione “Consulenti per il Lavoro”, che avrebbe interesse ad usufruire della possibilità che i privati entrino a far parte della gestione delle politiche attive del lavoro. Una proposta storicamente caldeggiata dalla coppia.
Abbiamo toccato alcuni punti centrali, ma andiamo con ordine e cerchiamo, per quanto possibile, di fare chiarezza.

CHI È LA MINISTRA CALDERONE? CARRIERA E OPINIONI

La Ministra Marina Elvira Calderone è sarda di Bonorva (provincia di Sassari), ma cagliaritana d’adozione. Nata nel 1965, dopo gli studi superiori si iscrive alla Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Cagliari specializzandosi nel campo dell’economia aziendale internazionale e in relazioni industriali. Nel 2005 viene eletta presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro (al quale è iscritta dal 1994). Prosegue la sua carriera con la nomina, nel 2014 da parte del governo Renzi, a consigliera di amministrazione di Leonardo-Finmeccanica. Rimane in Leonardo fino al 2020 e in seguito il suo nome è tra quelli papabili per la presidenza dell’INPS nel dopo Boeri. Proposta dal Presidente Conte come alternativa a Pasquale Tridico (sostenuto da Di Maio) e Mauro Nori (sostenuto dalla Lega e da Salvini, contrario a Calderone per delle presunte incompatibilità tra l’eventuale incarico e le consulenze in atto in quel periodo), non ottiene la carica che viene affidata invece a Tridico, quest’ultimo fautore delle norme sul Reddito di Cittadinanza. Calderone è inoltre titolare di una società tra professionisti, la Cdl fondata con il marito Rosario De Luca, le cui attività si dividono tra Cagliari, Reggio Calabria e Roma.
Organizzatrice e animatrice del Festival del Lavoro è riuscita ad intessere relazioni con molte personalità politiche di tutti gli schieramenti.
Il 21 ottobre 2022 viene nominata Ministra – tecnica, ma espressione diretta della volontà politica di Giorgia Meloni – del lavoro e delle politiche sociali.
Sostenitrice della flessibilità contrattuale e del Jobs Act (con annessi contratti a termine, voucher, stage e apprendistato) è favorevole alla licenziabilità dei dipendenti pubblici e, a differenza di molti suoi colleghi del governo, non è contraria al Reddito di cittadinanza. Per l’attuazione di quest’ultimo ha proposto che le attività di ricollocamento dei percettori siano affidate sia alle agenzie private che ai centri per l’impiego pubblici.

Una delle intenzioni della Ministra è quella di “liberare le imprese dalla burocrazia asfissiante, dai lacci e lacciuoli delle norme”. Questa posizione è fortemente contrastata dai sindacati, che la interpretano come portatrice di lassismo in materia di sicurezza sul lavoro.
Infine è contraria al salario minimo per legge e al decreto Trasparenza (che a suo dire complicherebbe la vita delle imprese).

CHI È IL MARITO DELLA MINISTRA?

Rosario De Luca, avvocato e consulente del lavoro, è diventato il nuovo Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro dopo le dimissioni dal cda dell’INPS (in cui sedeva in quota centrodestra) legate alla nomina della moglie al Ministero del Lavoro.
La sua permanenza avrebbe creato infatti un conflitto di interesse evidente, sottolineato dall’USB e comunque minimizzato da De Luca. l’INPS è sottoposto alla vigilanza del Ministero del Lavoro e Calderone avrebbe dovuto vigilare sulle attività di un ente in cui il marito avrebbe avuto un ruolo importante.
La società di De Luca-Calderone, la Cdl, fa consulenza alle imprese su licenziamenti, contenziosi e contrattualistica. Da qui parte il dibattito sul conflitto di interesse della coppia, le cui nomine vengono percepite negativamente dai sindacati.
Da evidenziare la posizione, all’epoca della presenza di De Luca all’INPS, di Gian Piero Gogliettino, presidente dell’Associazione Nazionale Commercialisti:

Il ruolo ricoperto da De Luca quale componente del consiglio nazionale dei consulenti del lavoro, nonché presidente della fondazione studi della medesima categoria, potrebbe compromettere l’imparzialità dell’Istituto previdenziale nell’esercizio del suo mandato. La nomina si pone in ragionevole, anche potenziale, conflitto di interessi.

I CONSULENTI DEL LAVORO: UNA CATEGORIA AL CENTRO DELLE POLEMICHE

A parere di molti la categoria dei consulenti del lavoro ha contribuito ad abbassare diritti e salari, avendo come obiettivo la riduzione del costo del lavoro.
Questo ci porta all’analisi di altri conflitti di interesse che hanno riguardato la Ministra in questi anni.
In particolare pensiamo al tema degli appalti e alla sicurezza sul lavoro. Il Consiglio nazionale dell’Ordine ha dialogato proprio con il Ministero del Lavoro chiedendo una maggiore flessibilità della normativa che tutela i lavoratori e la loro sicurezza negli appalti.

Sul Documento unico di regolarità contributiva in edilizia entrato in vigore il 1° novembre 2021, e che ha come obiettivo principale l’eliminazione delle assunzioni post datate in caso di incidenti, Calderone si era così espressa:

il Durc introduce una procedura complessa, che comporta il rischio del blocco delle attività dei cantieri, oltre ad un aumento dei costi e dei tempi di lavoro per le imprese interessate.

Una posizione che rischia di privare i lavoratori di una garanzia di controllo a loro protezione.

Una proposta dell’Ordine del giugno 2021 sul tema smart working (modalità di lavoro in espansione durante e dopo la pandemia) chiede di modificare il computo del numero dei lavoratori di un’azienda, usando di fatto il telelavoro per assumere meno disabili.

Infine passiamo alla richiesta all’INPS di poter accedere alle posizioni previdenziali dei dipendenti, come per ora possono fare patronati e sindacati.
Questa richiesta, che comporterebbe una concorrenza ai citati sindacati, merita un approfondimento a parte.

Per rendere chiaro questo tema, che potrebbe risultare ostico, ci avvaliamo di un esempio pratico. Abbiamo detto che nel caso in cui questa proposta venisse accettata i consulenti del lavoro potrebbero consultare i dati dei lavoratori. Il presupposto per il caso che stiamo per analizzare è che in Italia esistono regole fiscali per le aziende anche a seconda del numero dei dipendenti. Pensiamo dunque ad un’azienda con 15 lavoratori: se l’azienda avesse problemi finanziari e volesse ridurre il costo del lavoro, i Consulenti del lavoro potrebbero accertare la situazione di un dipendente prossimo alla pensione e l’azienda potrebbe proporre una buona uscita in cambio delle dimissioni anticipate. Questa tattica farebbe scendere l’azienda sotto i 15 dipendenti permettendole di usufruire delle normative semplificate sui licenziamenti. In questo modo, e a spese dei lavoratori, l’azienda abbatterebbe i costi del lavoro e risanerebbe le difficoltà finanziarie.

I FATTI E I VARI CONFLITTI D’INTERESSE DELLA MINISTRA

Il 16 gennaio 2023 Rosario De Luca, appena eletto presidente dei consulenti del lavoro, ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera dove, tra le altre cose, si è espresso a favore della decisione del governo di “puntare sulle politiche attive”.
De Luca dunque si esprime a favore dell’operato della moglie stessa, dimenticando di esplicitare il legame e l’innegabile ingerenza che quel legame ha sul suo giudizio.
Dalla neo Ministra il marito ha poi “ereditato” (ottenendo l’unanimità dei voti a scrutinio segreto) il posto come presidente dell’ordine dei consulenti del lavoro, ordine del quale marito e moglie paiono essere da sempre i “dominus”, oltre che soci tra loro nella loro originaria società di consulenza per il lavoro.
L’Ordine però, come tutti gli ordini professionali, è vigilato dallo Stato. Risulta quantomeno particolare il fatto che quando la Ministra ha lasciato l’Ordine per via dell’incarico governativo, il marito si è contestualmente dimesso dal cda di INPS e dopo pochi giorni è diventato Presidente dell’Ordine. Niente di illegale sia chiaro, ma qualcosa che evidenzia l’egemonia della coppia De Luca – Calderone sull’Ordine stesso.
L’agenzia, interpellata sul tema, risponde che non c’è nulla da chiarire, mentre non abbiamo ottenuto alcuna risposta dal Ministero.

Il 4 gennaio 2023 De Luca, dalle pagine del Sole 24 Ore ha indirizzato al commissario Anpal (Agenzia Nazionale Politiche Attive Lavoro) Raffaele Tangorra una missiva di rimprovero in cui sollecita un intervento sul portale My Anpal al fine di “rimuovere le criticità riscontrate nell’invio delle domande di finanziamento al Fondo nuove competenze”.

È opportuno che il marito della Ministra del Lavoro rimproveri pubblicamente il Commissario di un ente controllato dallo stesso Ministero guidato dalla moglie?

Le ragioni dello scontro con Tangorra paiono però più profonde. Nell’intervista già citata del 16 gennaio De Luca afferma:

È necessario ripensare al sistema dei centri per l’impiego integrandoli con i supporti dei privati.

L’Ordine da sempre spinge per far entrare in maniera più massiccia le agenzie private nel sistema delle politiche attive. Lo stesso sistema dove oggi ci sono le risorse del PNRR. La ragione dello scontro con Tangorra è soprattutto questa, infatti il commissario Anpal è, al contrario, da sempre sostenitore del sistema pubblico.
De Luca è invece dalla parte delle agenzie di intermediazione, tanto da averne creata una che accede alle risorse pubbliche. La Fondazione “Consulenti per il Lavoro” in passato ha percepito risorse per gli eventi organizzati, tra cui il famoso Festival del Lavoro che è stato lo strumento con cui la Ministra si è fatta conoscere.
Questa fondazione è una vera e propria agenzia privata per il lavoro e come ogni APL accede ai finanziamenti pubblici, oltre a guadagnare tramite le attività che svolge sul mercato (un funzionamento simile agli enti accreditati nella sanità).
Da fine novembre non è dato sapere da chi sia composto il consiglio di amministrazione e la direzione della fondazione. Sul sito infatti, alla sezione “amministrazione trasparente”, l’ultimo aggiornamento risale proprio a quella data ed è visibile a questo link.

La base territoriale dell’azienda di famiglia è la Sardegna, e proprio dalla Sardegna arriva il nuovo consulente della Ministra. Si tratta di Massimo Temussi che dal 20 gennaio ha lasciato la guida del Centro regionale di programmazione (in Sardegna si è occupato anche di Sanità). Per lui si è vociferato inoltre di possibili altri incarichi nella struttura ministeriale, ma per ora non esiste niente di concreto su questo fronte.

Ultimi aggiornamenti

Proprio oggi (17 febbraio 2023) su “Il Fatto Quotidiano” un’inchiesta di Franz Baraggino e Thomas Mackinson ha rivelato il malcontento ed il disagio di alcuni dipendenti della coppia Calderone -De Luca.

Più precisamente si parla della “Fondazione Studi” costituita proprio dall’Ordine nazionale dei consulenti del lavoro, alla quale è stata affiancata una società a responsabilità limitata chiamata “Fondazione Studi srl”. Quest’ultima, al contrario della fondazione che risulta no profit, è una società vera e propriaguidata da De Luca sino a Novembre 2022.

Il nome uguale potrebbe ingannare, e a quanto pare le due realtà in comune hanno anche organigramma, indirizzo, dipendenti e dirigenza.

Tutto ciò non sarebbe vietato, ma le segnalazioni dei dipendenti denunciano lo spostamento di alcuni di loro per permettere ad entrambe le “aziende” di rimanere sotto i 15 dipendenti, e poterquindi usufruire delle agevolazioni di cui abbiamo parlato in precedenza.

In conclusione è doveroso parlare del fatto che il difensore di De Luca e della Fondazione da lui creata è Pasquale Staropoli. Staropoli risulta però essere non solo il difensore della fondazione(è anche membro di quest’ultima e direttore della scuola di formazione della stessa) contro l’accusa di licenziamento illegittimo in virtù di un organico diviso fittiziamente (questa l’accusa di alcuni ex dipendenti), ma anche capo della segreteria della Ministra Calderone.

Insomma il conflitto di interessi pare essere un problema della coppia e va approfondito da chi di dovere e chiarito dalla Ministra.

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