Il caso
Aldo Torchiaro — 4 Marzo 2023
Il salto nel vuoto, quando dal Gianicolo il cannone spara il colpo a salve delle dodici. Bruno Astorre, segretario del Pd del Lazio e per tre volte parlamentare, precipita a terra da venti metri d’altezza – nel cortile del senatoriale Palazzo Cenci, accanto a Palazzo Madama – saltando giù dalla finestra del suo studio. “Un uomo colto, capace, impegnato. Pochi politici hanno lavorato come lui per il proprio territorio”: le parole del commissario europeo Paolo Gentiloni chiudono una giornata di lutto, per la politica.
Un gesto deliberato, viene detto. Forse non insospettabile, a sentire chi gli era più vicino. Astorre sarebbe stato in cura per una depressione: venerdì scorso era stato dimesso dal policlinico di Roma Tor Vergata; giusto in tempo per votare alle primarie – dove ha sostenuto Elly Schlein – e rimettersi al lavoro in Senato. Ieri mattina, poco prima di compiere il gesto estremo aveva preso parte a una rassegna stampa in diretta video. Lucido, sorridente. È imponderabile, quello scherzo della mente che manda la vita in game over. Sulla dinamica degli ultimi giorni e di queste ultime ore punterà adesso la ricostruzione della Procura della Repubblica di Roma, che ha aperto un fascicolo contro ignoti per istigazione al suicidio.
Il magistrato si è fatto largo tra un centinaio di persone in presidio silenzioso davanti al portone di Palazzo Cenci sorvegliato dai Carabinieri. Ha supervisionato i rilievi della scientifica, la perizia balistica, le tracce biologiche nello studio del senatore. E soprattutto, ha chiesto ai Carabinieri di tenere a freno i tanti amici e colleghi di Astorre arrivati sul posto. Mentre le bandiere tricolori vengono listate a lutto, il corpo di Astorre viene portato via, in ambulanza. Nato a Roma, Astorre viveva a Frascati, dove la moglie Francesca Sbardella è attualmente sindaca. Laureato in economia, aveva vinto un concorso per il centro studi di Capitalia prima di innamorarsi della politica. Consigliere regionale del Lazio con La Margherita già nel 2003, rieletto nel 2005 nelle liste de l’Ulivo, fu assessore ai lavori pubblici nella giunta Marrazzo.
Eletto poi Senatore, dal 2018 era diventato segretario regionale del Pd per il Lazio. Vicino all’ex vicepresidente della Regione, Daniele Leodori, si era impegnato nella campagna per Alessio D’Amato. Dopo la sconfitta, aveva preparato le sue dimissioni. “La lettera doveva essere consegnata in giornata”, ci ha detto ieri Riccardo Tomei, assessore Pd del Comune di Frascati. È anche lui, gli occhi segnati dal pianto, sul selciato davanti al Senato. Il segretario del Pd di Roma, Andrea Casu, l’ex presidente della Regione, Nicola Zingaretti, la deputata Michela Di Biase e Emanuela Droghei sono sotto shock.
Il marciapiede intorno a Palazzo Cenci diventa la fotografia drammatica di una comunità che per un giorno dimentica divisioni e correnti e si ritrova unita nel dolore nella stessa grande famiglia. Con le mani nei capelli il capo della comunicazione Pd del Senato, Stefano Sedazzari, prova a gestire una piazza vibrante dove si muovono decine di giornalisti e di telecamere. Arriva il coordinatore della segreteria del Pd, Marco Furfaro: Elly Schlein non verrà, è a Bologna. Ma ha twittato: “Siamo sconvolti”. Arriva anche il post di Matteo Renzi, che era cresciuto con Astorre sin dalla Margherita. “Mi dispiace, non ho capito niente prima della tragedia”. Non aveva capito niente nessuno.
Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.
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