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La corsa al riarmo di Macron: budget record, 413 miliardi di euro in 7 anni – Marco Cesario

Parigi – Una cifra imponente, mai vista prima, che i media francesi non hanno esitato a definire “da tempi di guerra”. È con voce grave che il presidente francese Emmanuel Macron, dalla base aerea di Mont-de-Marsan (Landes), ha delineato i contorni della nuova legge di programmazione militare.

“Una delle insidie sarebbe quella di esaurirsi cercando solo il perfezionamento tecnologico, l’altra sarebbe quella di non investire”, ha spiegato il presidente Macron davanti a una platea di militari, specificando che alcune delle sue decisioni avvieranno un cambiamento “irreversibile”.

Con un budget complessivo di 413 miliardi di euro, la futura legge di programmazione militare, che dovrebbe coprire il periodo 2024-2030, è la più alta somma mai stanziata per la difesa dagli anni ’60, quando il generale de Gaulle decise di dotare la Francia di armi nucleari. Un parallelo ampiamente sottolineato anche da Macron nel suo discorso. La somma corrisponde a più di 100 miliardi di euro aggiuntivi rispetto alla precedente legge, che era prevista per il periodo 2019-2025 e il cui budget era vicino ai 300 miliardi.

Macron ha cercato di difendere la posta in gioco nel suo discorso tra le preoccupazioni che tale spesa possa essere male interpretata da parti dell’opinione pubblica in un momento in cui la carenza di finanziamenti pubblici dalle scuole agli ospedali sta alimentando tensioni sociali. “In questo progetto non c’è lusso o comodità. C’è solo ciò che è necessario”, ha detto il capo dello Stato francese.

“In un momento in cui è imperativo salvare ogni euro del contribuente francese, è necessario trovare il miglior compromesso tra difesa degna delle nostre ambizioni e fondamentali sobri”, ha aggiunto.

L’importanza della deterrenza

Secondo il presidente della Repubblica francese è innanzitutto sul rafforzamento della deterrenza “in condizioni particolari e in evoluzione” che concentrerà una parte significativa dei mezzi della futura legge di programmazione militare.

Finora, l’importo stanziato ogni anno per la deterrenza era stimato in 5,6 miliardi di euro. Questa scelta non è certo una sorpresa, ma ha un costo elevato. L’ammodernamento delle testate nucleari, dei sistemi di lancio di missili, dei caccia Rafale e dei sottomarini balistici a propulsione nucleare destinati alla deterrenza è in corso dall’inizio degli anni 2000 e si prevede che sarà efficace soltanto entro il 2030-2040.

Un ruolo da potenza mondiale

“È una somma storica – ha spiegato il ministro delle forze armate Sébastien Lecornu – se volessimo trovare un paragone, dovremmo risalire ai gollisti degli anni ’60, quando si lanciarono da soli nella corsa all’atomo. Questa legge ha due obiettivi: proteggerci, anche di fronte a nuove minacce, e proiettarci all’estero, con i nostri alleati, per difendere la nostra sicurezza e i nostri valori, se necessario. Questo bilancio permette alla Francia di rimanere una potenza mondiale”.

Dietro la spesa militare c’è la volontà del governo francese di trasformare anche il ruolo geopolitico della Francia nel mondo. L’idea è di abbandonare un modello di riferimento incentrato esclusivamente sulla lotta al terrorismo (che non ha dato i suoi frutti, vedasi sconfitte e umiliazioni nel Sahel), per prepararsi alla guerra “ad alta intensità” e nelle guerre “ibride”.

Un nuovo modello

Macron insomma vuole creare un nuovo modello di esercito, che potrebbe portare a cambiamenti significativi in termini di comando, reclutamento, carriere e figure professionali. L’idea è di rafforzare anche gli investimenti dedicati all’intelligence, che secondo i media francesi dovrebbero aumentare del 60 per cento.

La futura legge dovrebbe porre l’accento poi anche sulla guerra cibernetica, con il rafforzamento delle capacità di difesa dagli attacchi informatici, un tema su cui la Francia ha sempre mantenuto un profilo basso rispetto agli Stati Uniti.

Così ha spiegato il ministro delle forze armate Lecornu in un’intervista a Le Monde:

L’evoluzione del mondo ci impone di adattare il nostro modello di difesa in modo pragmatico. Il deterrente nucleare, ad esempio. Per rimanere solido e credibile, si è evoluto continuamente dal 1964. Il presidente Macron ha deciso di investire pesantemente nella preparazione della terza generazione di sottomarini balistici a propulsione nucleare e dei futuri missili. Lo stesso vale per le nostre forze speciali. Abbiamo scelto di irrobustire il nostro modello alzando le ambizioni per le loro attrezzature, con uno sforzo senza precedenti di 2 miliardi di euro. Anche in futuro resteremo tra le prime tre forze speciali del mondo. Ma l’aspetto più visibile saranno le trasformazioni per rispondere alle nuove minacce. La Francia si impegnerà più apertamente in settori come il cyber, lo spazio, l’intelligence, la difesa terra-aria di nuova generazione e i droni. Solo questi temi rappresentano diverse decine di miliardi di euro tra il 2024 e il 2030.

Le posizioni in Africa

C’è poi un altro punto per il quale i 413 miliardi di euro di budget per la difesa saranno come manna dal cielo: e sono i costi legati alla ridefinizione della posizione della Francia in Africa e nei territori d’oltremare, dove si assiste ad un ripiego progressivo delle forze militari francesi.

Con un budget di questo tipo, il presidente Macron spera in un’inversione di tendenza, soprattutto in Africa dove invece l’influenza della Russia si fa ogni giorno più pesante ed insistente. 

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