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In Sardegna l'inflazione frena la ripresa. Confartigianato: “Sostegno alle imprese per l'energia rinnovabile” – LinkOristano

Cagliari

Un pacchetto di proposte da 50 milioni per ridurre il peso della bolletta elettrica

Sostenere le imprese nell’istallazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, incoraggiare la transizione ecologica e ridurre il peso delle bollette. Confartigianato Sardegna propone un intervento pubblico da 50 milioni di euro, come unica strada da seguire per abbattere dare respiro all’economia, frenata dall’inflazione, che sta contribuendo a raffreddare la ripresa e a far crescere i prezzi al consumo, con una intensità mai registrata dalla nascita della moneta comune europea. Confartigianato ha anche chiesto l’eliminazione degli oneri di sistema dalle bollette elettriche.

Nel 2023 nell’isola la crescita economica potrebbe rallentare e inchiodare il Pil a -0.2% rispetto al 2022, mentre la differenza 2019-2023 potrebbe attestarsi al -1,2%. È positivo, al contrario, l’anno appena concluso: il 2022 dovrebbe chiudere con un +2,9%. Queste condizioni sono derivate, soprattutto, dal clima di incertezza creato dall’inflazione e dall’incertezza economica internazionale derivata dalla guerra in Ucraina. Tutto ciò emerge dall’analisi territoriale effettuata dall’Ufficio Studi Confartigianato Imprese Sardegna dal titolo “Inizio 2023: prospettive e criticità per le imprese”.

“Nonostante l’economia regionale stia chiudendo con una performance molto positiva, mostrando un’elevata reattività e una buona tenuta, nonostante il momento negativo a causa della pandemia e della crisi energetica internazionale”, commentano Maria Amelia Lai e Daniele Serra, presidente e segretario di Confartigianato Imprese Sardegna, “preoccupano, al contrario, i dati sull’inflazione sul 2023: dobbiamo assolutamente evitare a ogni costo questo, possibile, colpo durissimo all’economia regionale: non possiamo permettercelo”.

“Occorre sostenere le imprese del territorio, in particolare quelle artigiane e le piccole attività”, proseguono presidente e segretario, “consentendo anche ai cittadini di recuperare il potere di spesa per fare fronte, così, al momento d’emergenza legato all’aumento dei prezzi al consumo. L’entità della crisi energetica e gli impegni assunti dal Governo in tema di riforme fanno ora sperare in un approccio complessivo di razionalizzazione. Le risorse si possono, anzi, si devono recuperare, eliminando sprechi, inefficienze, rendite di posizione e assurdi squilibri”.

A novembre 2022 i prezzi sono cresciuti in Sardegna del 13,1% rispetto allo stesso mese del 2021. La media nazionale è dell’11,8% e viene superata in otto regioni, cioè Sicilia (14,3%), Liguria (13,7%), Sardegna (13,6%), Abruzzo (12,9%), Umbria (12,5%), Puglia (12,5%), Emilia-Romagna (12,4%) e Toscana (12,0%). A questo si deve aggiungere la preoccupante dinamica del costo dell’energia: i prezzi al consumo di elettricità, gas e altri combustibili, senza i carburanti per il trasporto, sono più che raddoppiati segnando, per la Sardegna, a novembre il +135,9%.

“Soprattutto sul costo dell’energia”, proseguono Lai e Serra, “da tanto tempo chiediamo e auspichiamo una revisione finalizzata a riequilibrare il peso del fisco sulle diverse dimensioni di imprenditori-utenti. Per questo occorre, innanzitutto, eliminare definitivamente gli oneri di sistema dalle bollette elettriche delle imprese. L’azzeramento avvenuto nel corso del 2022 per effetto dei provvedimenti emergenziali dimostra che è un’operazione possibile e che va resa strutturale. Non è pensabile chiedere a un imprenditore passato dai 7.000 euro mensili di bolletta del 2021 ai 14.000 del 2022 di aggiungere, da quest’anno, anche circa 2.000 euro al mese per gli oneri generali del sistema elettrico”.

Per Confartigianato Sardegna “le politiche pubbliche si finanziano attraverso il principio di proporzionalità della contribuzione rispetto alla capacità di produrre reddito. Con l’attuale sistema, le piccole imprese alimentate in bassa tensione pagano non solo per loro stesse, ma anche per le agevolazioni concesse agli energivori, una iniquità non più tollerabile che la deflagrazione dei prezzi dell’energia impone di risolvere in tempi rapidi. Contenere i costi energetici avrebbe il duplice effetto di stimolare l’economia e ridurre l’inflazione. Contemporaneamente, andrebbe dato impulso alle energie rinnovabili, anche con una forte attività di sburocratizzazione specie dei micro-progetti per laboratori artigiani e Pmi”.

Mercoledì, 8 marzo 2023

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