Si chiama Oltre il mare ed è il film documentario realizzato da Sanofi insieme a Walce Onlus – Women Against Lung Cancer in Europe, partner del progetto e a Rufa – Rome University of Fine Arts, l’Accademia di belle arti di Roma. Un lavoro cinematografico che approfondisce il delicato tema del tumore al polmone attraverso uno stile narrativo inconsueto e punti di vista originali, personali, autentici.
Il tumore al polmone è ancora oggi una delle forme di cancro più aggressive, fortemente legata al fattore di rischio primario, il fumo (per il quale l’Italia viaggia fortunatamente verso il divieto totale), e colpisce ogni anno due milioni di persone in tutto il mondo. Sono invece oltre 43mila le diagnosi solo in Italia nel 2022 secondo il rapporto I numeri del cancro in Italia di Aiom (2022).
Da qui l’importanza di iniziative di sensibilizzazione sulle corrette abitudini e sulla prevenzione volte a sottolineare la centralità della diagnosi precoce, fattore essenziale nell’evoluzione della malattia. Oltre il mare nasce proprio con questo obiettivo: utilizza lo strumento del film-documentario per mostrare come questa patologia impatti sulla vita quotidiana di chi ne soffre e di chi gli è accanto, aprendo una preziosa e intima finestra sul mondo di Aldo, Carlotta e Roberto, i tre protagonisti della pellicola.
L’opera ruota intorno a tre esperienze, tre percorsi, tre vite diverse ma simili, che a un certo punto hanno dovuto fare inevitabilmente spazio a incertezze, paure e speranze. Oltre il mare racconta come il tumore al polmone sia entrato prepotentemente nella vita di Aldo e Roberto – tutt’ora affetti dalla patologia – e Carlotta che, sebbene ne sia guarita, testimonia come un avvenimento del genere non possa mai veramente smettere di influenzare ogni parte della propria esistenza.
«Siamo impegnati in oncologia da sempre. Abbiamo scelto di collaborare con Walce Onlus per la competenza e la sensibilità con cui affianca e sostiene le persone affette da tumore al polmone e siamo fieri di aver investito sui giovani artisti di Rufa che hanno saputo mettere in una prospettiva esclusiva e inaspettata il vissuto di questi pazienti, analizzando come cambia il loro approccio alla vita e come incide sui rapporti con le persone che ci circondano – spiega Marcello Cattani, presidente e ad di Sanofi – trovo che il frutto di questo incontro sia di forte impatto emotivo e di grande insegnamento per tutti noi e soprattutto per le giovani generazioni».
Oltre il mare dà inoltre voce anche a chi vive ogni passo della malattia insieme ai tre protagonisti: i loro caregiver, che offrono il proprio supporto e vivono anche sulla propria pelle l’impatto del tumore di una persona cara. E che di frequente sono ignorati dalle istituzioni. Molto spesso sono i familiari, a volte sono le associazioni dei pazienti. Come Walce Onlus, l’associazione partner del docufilm, che dal 2006 supporta persone con tumore al polmone e le loro famiglie. Di seguito il trailer del film.
«Walce nasce per sensibilizzare sull’aumento dell’incidenza del tumore al polmone tra le donne, ma oggi ci confrontiamo con tutti gli interlocutori e offriamo supporto alle persone che soffrono di questa malattia e i loro cari su molteplici livelli e da molteplici punti di vista – racconta Silvia Novello, presidente di Walce e professore ordinario di oncologia all’Università di Torino, responsabile della struttura semplice dipartimentale di oncologia polmonare dell’A.O.U. San Luigi di Orbassano (Torino) – è stato, quindi, naturale fin da subito sposare questo progetto e farne parte, grazie alla partecipazione di Stefania Vallone, il segretario dell’associazione e caregiver di Carlotta. I pazienti che si rivolgono a noi, con cui siamo in contatto costante, sia nei loro momenti di dolore che in quelli di gioia, sono parte della nostra realtà, e poter trasmettere le loro e le nostre sensazioni su pellicola è stata un’opportunità davvero preziosa che ci ha permesso di fare luce su questa tematica in un modo originale e toccante».
Per raccontare al meglio queste tre storie, Sanofi si è affidata alle professionali mani di Rufa, che ha dato vita a un gruppo di lavoro costituito da alcuni dei talenti più promettenti fra quelli che hanno recentemente concluso il proprio percorso universitario. Una scelta presa al fine di riuscire a raccontare un tema così complesso e delicato attraverso un occhio diverso, capace di cogliere sfumature peculiari e offrire una prospettiva inedita e sensibile sulla convivenza con la malattia.
«La mission formativa di Rufa prevede un coinvolgimento diretto degli studenti in attività progettuali e produzioni artistiche, ideate e realizzate fianco a fianco con i docenti e partner esterni – spiega Fabio Mongelli, architetto e direttore della Rome University of Fine Arts – un agire che consente ai talenti in formazione di entrare in contatto da subito con il mondo delle professioni culturali e creative e soprattutto di confrontarsi con i protagonisti delle realtà produttive. La collaborazione che si è venuta a creare in questa particolare occasione non è rilevante soltanto dal punto di vista formativo e artistico, ma anche per quanto concerne gli aspetti etici e sociali: un elemento che conferisce all’iniziativa un valore aggiunto che è stato particolarmente apprezzato dal gruppo di lavoro nella fase di realizzazione».
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