Le indagini sul latitante il riconoscimento dalle ceneri in Corsica
La Procura di Sassari chiude l’inchiesta dopo il riconoscimento del latitante di Buddusò dalle ceneri trovate in Corsica. I carabinieri hanno chiuso il cerchio: il super lavoro del Ris di Cagliari ha permesso di rintracciare il latitante di Buddusò, Quirico Carta. Con grande abilità gli esperti del capoluogo hanno recuperato tracce del Dna trovate nell’urna che conteneva le sue ceneri. In Corsica c’era stata la cremazione. Lo stesso hanno fatto con indumenti sequestrati nel 2010 in un ovile dove era rimasto durante la latitanza e tutti gli esami sono stati confrontati con alcuni suoi parenti. Il risultato è stato inequivocabile: in quel terreno di Marato, frazione del piccolo Comune Cognocoli-Monticchi in Corsica, c’erano i resti di Carta.
La sua storia criminale
Nel 1993 Carta aveva ucciso Carlo Mario Foschini, con una condanna a 13 anni di carcere. Scontata la pena, il 14 febbraio del 2008 era entrato in un bar e aveva incontrato il nipote della vittima, Mario Tavanti, e il suo amico Luigi Palimodde. Dopo aver provocato l’uomo a cui aveva ammazzato lo zio non ha gradito la sua reazione. Dopo le parole di Tavanti aveva impugnato una pistola e aveva cercato di ammazzarli entrambi. Il primo colpo era diretto alla faccia di Tavanti che era fortunatamente riuscito a deviarlo. Anche il secondo sparo non aveva miracolosamente avuto gravi conseguenze. Quirico Carta aveva sparato verso il petto di Palimodde, ma un portafogli con schede magnetiche gli aveva salvato la vita. da quel momento si era volatilizzato.
Nel 2010 i carabinieri erano stati a un passo dalla cattura, ma era riuscito a fuggire dall’ovile dove si era nascosto. Lì i militari avevano sequestrato alcuni reperti con le tracce biologiche che son tornati utili adesso. Quel duplice tentato omicidio nel 2012 aveva portato a una condanna a 16 anni, che teneva conto del fatto che fosse recidivo. In seguito si è scoperto che era fuggito nel sud della Corsica dove, complici documenti rubati nel Nuorese, si era fatto una nuova vita sotto falso nome. Probabilmente neanche la compagna conosceva il suo torbido passato. Lì nel 2018 è morto a causa di un malore, con la sua compagna che aveva seppellito le ceneri nel giardino di casa.
La cremazione, però, non era stata eseguita in modo esemplare e quando la collaborazione tra carabinieri e polizia francese ha portato al ritrovamento dell’urna è stato possibile trovare tracce di dna. A quel punto gli specialisti del Ris di Cagliari hanno fatto i controlli incrociati con gli altri rilevamenti e hanno avuto la conferma che si trattasse di Quirico Carta. Il passaggio successivo è adesso la chiusura delle indagini da parte della Procura di Sassari. C’era l’accusa di favoreggiamento per alcune persone che hanno coperto la fuga del latitante di Buddusò, ma arriva la richiesta di archiviazione.