Il giallo della chemioterapia rifiutata
Elena Del Mastro — 20 Gennaio 2023
Continuano le indagini per ripercorrere e ricostruire i giorni della latitanza di Matteo Messina Denaro. Un terzo presunto covo è stato trovato sempre a Campobello di Mazara, in via San Giovanni 160, dopo quello in vicolo San Vito e via Maggiore Toselli. Nel terzo appartamento, trovato ripulito, il boss avrebbe trascorso i suoi giorni almeno fino a giugno, ma gli investigatori lo hanno trovato vuoto e in vendita. Le indagini hanno portato lì grazie a una ditta di traslochi che aveva effettuato lo spostamento dei mobili.
Nel secondo covo sono stati trovati documenti, appunti, sigle da decifrare e numeri di telefono. La calligrafia corrisponderebbe a quella dell’ex latitante perché corrisponde a quella di alcune lettere da lui scritte. Ma il lavoro delle indagini è solo all’inizio. Secondo quanto riportato dal Messaggero sarebbe stata trovata anche un’agendina bordeaux con gli appunti del boss. Oltre a una serie di riflessioni sulla vita e sulla morte, nell’agendina ci sarebbero riportate anche cifre con molti zeri. Uscite fino a 10 mila euro al mese e scontrini per cene da 700 euro. La scoperta degli scontrini ha già suscitato qualche interrogativo. Perché un boss latitante da quasi trenta anni potrebbe aver deciso di portare con sé tante tracce dei suoi spostamenti ed eventualmente di chi lo ha aiutato?
Nell’agenda ci sarebbero anche tracce di investimenti a partire dal 2016 e indizi sulla rete di fiancheggiatori. Poi ci sono i post it che riportano nomi di località quasi tutte lontane dalla Sicilia che secondo gli investigatori potrebbero essere gli indizi per ricostruire gli spostamenti di Messina Denaro e fare luce su alcuni misteri. Non ci sarebbe invece traccia di un libro maestro né tantomeno dell’archivio di Totò Riina che secondo alcuni U Siccu avrebbe avuto in eredità con il compito di custodirlo.
Tra gli altri oggetti ritrovati nei covi, oltre a gioielli e scatole vuote. In un salotto anche il poster del “Padrino”, il film in cui il protagonista, Marlon Brando, recita il personaggio di don Vito Corleone. l comandante del Ros Pasquale Angelosanto ha spiegato a Porta a Porta: “Non siamo in grado di dire se qualcuno sia andato prima. Mi auguro che se ci sia stato qualcuno abbia lasciato qualche traccia. È un’ ipotesi, ma allo stato non siamo in grado di confermarla”.
La Stampa riporta un altro mistero legato a Matteo Messina Denaro. Ieri il boss non è comparso nell’udienza d’appello di un processo in cui è stato già condannato in primo grado come responsabile delle stragi di Capaci e via D’Amelio. L’udienza è stata rinviata. La sua assenza sarebbe stata giustificata dal fatto che il boss avrebbe dovuto sottoporsi alla prima seduta di chemioterapia a Le Costarelle. Ma alla fine la somministrazione di farmaci chemioterapici l’ha saltata. Le cure erano state organizzate davanti alla sua cella. All’ultimo momento Messina Denaro ha fatto saltare tutto. Perché pare che non fosse convinto della quantità di dosi da ricevere. “Preferirei che mi visitasse il mio medico che mi curava a Palermo”, avrebbe detto riferendosi al professionista de La Maddalena. La seduta è stata sospesa. I magistrati decideranno se autorizzare la trasferta del dottore siciliano.
Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.
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