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Harry come non te l'aspetti, versione «casalingo disperato»

Prima del fatidico incontro con Meghan Markle nel 2016, il principe Harry ha vissuto un lungo periodo da single. All’epoca il duca abitava nel Nottingham Cottage situato nel parco di Kensington Palace a Londra. E in quella dimora, come scopriamo ora dalle pagine di Spare, faceva tutto da solo: «Oltre a fare il bucato (che spesso stendevo ad asciugare sui termosifoni) mi occupavo anche delle faccende di casa, cucinavo e andavo a fare la spesa», racconta il principe rivelandoci la sua versione più inedita: quella da «casalingo disperato». 

Fare la spesa al supermercato, per dire, non era per lui impresa semplicissima. Vicino al Palazzo ce n’era uno, ed Harry ci andava «almeno una volta a settimana». Ma era costretto a programmare «ogni singola uscita con la stessa precisione di un pattugliamento a Musa Qala. Arrivavo a orari diversi e casuali, per depistare la stampa. Mi camuffavo: berretto da baseball abbassato, cappotto voluminoso. Giravo per le corsie alla velocità della luce, arraffando i filetti di salmone che mi piacevano, la marca di yogurt che preferivo. (Avevo memorizzato una mappa del negozio.) Più qualche mela Granny Smith e qualche banana. E ovviamente patatine». 

Quindi si precipitava alle casse, dove più volte si è trovato ad ascoltare i clienti che parlavano di lui: ad esempio nel 2015, dopo la rottura con Cressida Bonas, «si chiedevano se mi sarei mai sposato. Se fossi felice. Se per caso non fossi gay. Ogni volta ero tentato di picchiettarli sulla spalla… “Ehilà”».  La spesa, insomma, per Harry era una vera avventura (una volta gli capitò pure di dover sedare una lite tra una coppia di anziani e una cassiera). Fortunatamente, a volte, lo chef di papà Carlo gli «riempiva il freezer di sformati di pollo e cottage pie». E Harry era tutto contento: «Ero grato di non dovermi avventurare spesso al supermercato».

Come uno scapolo qualsiasi, Harry aveva anche il «problema abbigliamento». All’epoca, sui social, lo prendevano in giro per il look trasandato. La gente «si chiedeva come mai avessi i pantaloni così lunghi o la camicia così stropicciata». Non avevano idea che Harry, invece di stirare, asciugava il bucato sul termosifone. Da Spare scopriamo anche che il principe andava a caccia di vestiti durante i saldi, perché la diaria messa ogni anno a disposizione da papà Carlo era destinata rigorosamente ad abiti formali: «Completi e cravatte, capi da cerimonia». Per l’abbigliamento casual da indossare tutti i giorni «andavo da TK Maxx, il discount. Apprezzavo in particolare i saldi annuali, quando c’erano un sacco di capi Gap o J.Crew che erano appena fuori stagione o leggermente danneggiati. Calcolando bene i tempi e arrivando il primo giorno di saldi, potevi accaparrarti gli stessi vestiti che gli altri avevano pagato a peso d’oro nelle vie dello shopping! Con duecento sterline potevi passare per uno all’ultima moda».

Anche per lo shopping il principe aveva una strategia precisa: «Arrivavo in negozio un quarto d’ora prima della chiusura. Afferravo un cestino rosso (…). Se trovavo qualcosa di promettente me lo accostavo al petto o alle gambe e mi guardavo allo specchio. Non perdevo tempo con il colore o lo stile, e di certo non mi avvicinavo nemmeno ai camerini. Se era carino e comodo finiva nel cestino». Poi usciva dal discount tutto soddisfatto: «Per altri sei mesi non avrei più dovuto pensare ai vestiti».

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