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Francia, scontri tra manifestanti e polizia: 149 agenti feriti, oltre 170 fermi. Più di 1 milione in piazza contro la riforma delle pensioni – Il Fatto Quotidiano

Le proteste contro la riforma delle pensioni in Francia si stanno trasformando in guerriglia urbana tra i gruppi di manifestanti più radicali e la polizia. Secondo le ultime informazioni, sono 149 gli agenti feriti durante gli scontri, con 172 persone fermate nell’ambito delle grandi manifestazioni in 320 località della Francia che hanno portato in piazza, secondo il ministero dell’Interno, oltre 1 milione di persone. Ma per gli organizzatori, gli aderenti sono 3,5 milioni. Scontri si registrano nella capitale, a Lione e Rennes, mentre gli aeroporti parigini rischiano il blocco a causa dell’occupazione di alcuni terminal da parte dei manifestanti e per la mancanza di cherosene per lo sciopero indetto in una delle più importanti raffinerie nazionali. Blocchi anche alla stazione di Parigi, mentre la polizia cerca di reprimere le proteste lanciando lacrimogeni sulla folla.

Scontri in diverse città
Il corteo parigino, il più partecipato del Paese con circa 160mila persone, è partito da piazza della Bastiglia, in direzione République e poi place de l’Opéra. Una mobilitazione considerata cruciale, dato che arriva dopo le dichiarazioni in tv di Emmanuel Macron che ha ribadito di voler andare fino in fondo con la riforma, escludendo il “ritiro” della legge. Anche per questo quella di oggi era fin dall’inizio considerata una giornata a rischio e ciò che è accaduto in alcune città lo ha confermato. Il ministero dell’Interno ha schierato un numero di poliziotti senza precedenti in questi due mesi di contestazioni: 12mila, di cui 5mila soltanto nella capitale. A Parigi alcuni agenti hanno usato gas lacrimogeni all’altezza di Place de la République dopo essere stati aggrediti. Sono 2mila i controlli effettuati prima del corteo per cercare di individuare eventuali gruppi estremisti che avrebbero potuto creare dei problemi durante la marcia.

Blocchi in aeroporti e stazioni
Nella capitale sono andati in tilt anche il trasporto aereo e ferroviario. Manifestanti anti-riforma delle pensioni del sindacato CGT di Roissy Charles de Gaulle, principale aeroporto di Parigi, hanno bloccato l’autostrada A1 che porta al terminal 1 dello scalo. Code interminabili di auto e taxi sono rimaste ferme in attesa di uno sblocco, mentre file di viaggiatori sono stati costretti a camminare a piedi ai bordi dell’autostrada per raggiungere l’aeroporto. I manifestanti sono successivamente arrivati al terminal occupandolo e, di conseguenza, creando enormi disagi al traffico aereo. La Direzione Generale dell’Aviazione Civile (Dgac) della Francia chiede nuovamente alle compagnie aeree di annullare domani il 30% dei voli da Parigi-Orly e il 20% da altri aeroporti del Paese. Oltre a Parigi, gli scali colpiti dai disagi sono Marsiglia, Bordeaux e Lione, sia domani che sabato.

A rendere più critica la situazione negli scali arriva anche lo sciopero in una raffineria della Normandia che ha fatto scattare l’allerta sulle riserve di cherosene negli aeroporti parigini. La situazione è “diventata critica“, ha detto a France Presse il ministero della Transizione ecologica di Parigi. Nei giorni scorsi, il governo ha adottato un’ordinanza per far scattare la precettazione dei lavoratori nel sito normanno, che non è stata ancora notificata ufficialmente lasciando la situazione in sospeso.

Anche alla Gare de Lyon di Parigi, da cui partono i treni per l’Italia, manifestanti hanno bloccati il traffico ferroviario, creando rallentamenti e ritardi. Inoltre, la Torre Eiffel e il castello di Versailles oggi sono chiusi: “A seguito di un avviso di sciopero nazionale, la Torre Eiffel è chiusa oggi. L’accesso al piazzale rimane aperto e gratuito”, si legge sul sito dell’attrazione turistica della capitale.

La fermezza di Macron
Il presidente francese, nonostante le proteste, è andato dritto per la sua strada, dichiarando che la riforma, la più importante dei suoi cinque anni all’Eliseo, verrà applicata “entro fine anno” e si è detto pronto ad assumersene tutta “l’impopolarità necessaria, in nome dell’interesse superiore della nazione”: “Questa riforma non è un piacere, non è un lusso, è una necessità“, ha dichiarato il capo dello Stato nel corso di un’intervista tv seguita da 10 milioni di telespettatori, convinto della pertinenza del suo progetto che prevede l’innalzamento progressivo dell’età pensionistica da 62 a 64 anni. Un livello che resterebbe comunque al di sotto di quello introdotto ormai da anni da tutti gli altri grandi partner europei, Italia e Germania inclusa. Gli oppositori ritengono tuttavia la riforma “ingiusta”, in particolare, rispetto alle donne e ai dipendenti con mestieri usuranti.

Macron ha “gettato una tanica di benzina sul fuoco“, ha risposto il sindacalista francese Philippe Martinez, segretario generale della Cgt, a margine della manifestazione di Parigi. “Quando c’è un conflitto di questo tipo, il ruolo del presidente della Repubblica è quello di calmare il gioco. Ieri ha gettato una tanica di benzina sul fuoco”.

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