TORINO – Esistono campioni assoluti, praticamente smisurati. Non hanno legacci, sono sciolti (questo significa, appunto, “assoluti”) da vincoli e dunque felici. La Juve ne possiede uno, si chiama Angel Di Maria e le permette quasi sempre di giocare in dodici, talvolta in tredici. Sappiamo tutto del sinistro mirabile dell’argentino, qualcosa a mezza via tra i ricami di Bruges e il tombolo di Burano, mentre della sua testa si ammirano più che altro la scriminatura da ballerino di tango, il profilo affilato da hidalgo, la suprema intelligenza calcistica e due orecchie da Dumbo.
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