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Donne (troppo) multitasking, la psicologa: «Il 40% va in burnout»

Lavorano, si impegnano per avanzare in carriera, si occupano dei figli e delle loro esigenze, provvedono ai pasti e al bucato di tutta la famiglia. Le donne sono multitasking, o «Equilibristə», come il tema del Non Profit Women Camp 2023 – l’unico evento in Europa dedicato alle donne che lavorano nel Terzo Settore, che si è tenuto al Museo Nazionale dell’Automobile di Torino. 

Abbiamo chiesto a una delle speaker, la psicologa e fondatrice del Centro Tice Francesca Cavallini, che cosa succede quando, però, l’equilibrio non c’è più e lascia posto all’esaurimento, alla sensazione di alienazione dalle attività lavorative e alla riduzione delle performance.

Succede spesso che le donne si esauriscano?
«Diciamo che ci sono ricerche che parlano di percentuali molto alte (intorno al 40%), considerando l’intera vita lavorativa».

Quali sono i segnali di allarme?
«Sono fisici (stanchezza e irritabilità), mentali (si pensano sempre gli stessi pensieri, negativi, in modo quasi ossessivo) ed emotivi (c’è meno piacere nel fare le azioni quotidiane e quelle legate al lavoro)».

L’esaurimento si può ripercuotere anche sulle performance?
«Non subito e non sempre. Ci sono donne e uomini che possono continuare a “performare” anche in burnout».

Quanto spesso, invece, le donne gettano la spugna e rinunciano alle loro ambizioni?
«Credo che il problema sia a monte. Quanto spesso si educano le donne a sognare di riuscire? O quante volte si insegna alle donne a chiedere aiuto?».

Quali sono le cause che portano le donne a rinunciare?
«Mentre le fonti di lavoro sembrano essere i principali precursori del burnout negli uomini, i predittori del burnout delle donne includono variabili sia lavorative che familiari come il conflitto di ruolo e la soddisfazione coniugale, nonché lo stress lavorativo. La diversa importanza del lavoro e della casa come fattori di stress negli uomini e nelle donne è sostenuta da una struttura sociale che continua ad assegnare alle donne (indipendentemente dal loro status lavorativo) la responsabilità primaria della casa e della famiglia».

Che cosa possiamo fare per non perdere la motivazione?
«Tutti gli studi sono concordi nel sostenere che il supporto sociale sia il fattore più protettivo».

Ci sono strategie per mantenere saldo lo sguardo verso l’obiettivo?
«Per le donne assume particolare rilevanza che non si lavori per obiettivi, ma per valori. Questo significa ricordarci ogni giorno cosa di quello che facciamo va verso i nostri valori».

Come possiamo riprenderci i nostri spazi anche in famiglia, in casa?
«Due sono gli aspetti chiave: da un lato tollerare di perdere il controllo, dall’altra imparare a chiedere aiuto senza viverlo come un fallimento».

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