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Csm, salta Giuseppe Valentino il candidato di Meloni: affossato da vecchia indagine rilanciata da Repubblica – Il Riformista

Il caso

Paolo Comi — 18 Gennaio 2023

Csm, salta Giuseppe Valentino il candidato di Meloni: affossato da vecchia indagine rilanciata da Repubblica

È durata lo spazio di un mattino la candidatura del penalista calabrese Giuseppe Valentino, il cui nome era stato proposto da Fratelli d’Italia per la vicepresidenza del Consiglio superiore della magistratura. Quando tutto sembrava fatto per l’ex sottosegretario alla Giustizia nel governo Berlusconi due e attuale presidente della Fondazione di Fd’I, il quotidiano La Repubblica nella versione online rispolvera, proprio qualche minuto prima che iniziasse la votazione in Parlamento riunito in seduta comune, una vecchia indagine che lo vede coinvolto. Valentino risulta indagato per reato connesso nel processo Gotha, procedimento istruito dalla Dda di Reggio Calabria contro il “direttorio” della ‘ndrangheta.

Il nome di Valentino era stato fatto dal collaboratore di giustizia Seby Vecchio che, interrogato dai pm di Reggio, aveva riferito circa una riunione tenutasi a Roma tra il 2006 e il 2007 durante la quale all’ex sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Scopelliti, di Alleanza Nazionale, prima di essere ricandidato al comune, i vertici del suo partito avrebbero fatto capire che doveva garantire non solo la cosca dei De Stefano ma anche la cosca Condello. Con Valentino è indagato l’ex parlamentare europeo Umberto Pirilli, anch’egli di An. Quest’ultimo, a differenza di Valentino, si era sottoposto ad interrogatorio davanti ai pm ed aveva negato di aver mai partecipato ad una riunione a Roma in cui si parlò della ricandidatura di Scopelliti. Sul nome di Valentino i grillini erano allora saliti subito sulle barricate. Per evitare di andare allo scontro, Valentino ha allora ritirato sdegnato la propria disponibilità alla candidatura. Fratelli d’Italia ha così proposto Felice Giuffrè, avvocato amministrativista e professore all’università di Catania.

“Noi rispettiamo gli accordi presi con tutte le altre forze politiche, stiamo votando e voteremo i nomi concordati, salvo il cambio cui le circostanze ci hanno costretto. È certamente increscioso il modo e il tempo in cui è stata fatta uscire la notizia che ritengo falsa e ingiuriosa su Valentino, che da galantuomo quale è ha ritirato la sua candidatura. L’elezione al primo scrutinio resta un successo per il Parlamento, purtroppo guastato da questo episodio”, è stato il commento a caldo del capogruppo di Fd’I al Senato, Lucio Malan. L’accordo per l’elezione dei dieci membri laici del Csm, tra maggioranza e opposizioni, come detto, era stato inaspettatamente raggiunto ieri mattina. Per l’intesa necessaria il quorum richiesto era dei tre quinti dei componenti del Parlamento. Per Fratelli d’Italia i nomi sono quattro: Isabella Bertolini, ex parlamentare di Forza Italia, avvocato penalista di Modena, Daniela Bianchini, docente universitaria e membro del Centro studi Rosario Livatino, Rosanna Natoli, avvocato siciliano, e, appunto, Felice Giuffrè.

Per la Lega due nomi: Fabio Pinelli, avvocato di Padova, difensore di Luca Morisi, lo spin doctor di Matteo Salvini, e Claudia Eccher, anch’ella avvocato ed ex difensore del leader della Lega. Per Forza Italia, Enrico Aimi, ex parlamentare e coordinatore regionale azzurro in Emilia-Romagna, avvocato penalista. Per il Pd, Roberto Romboli, professore in pensione all’Università di Pisa di diritto. Per M5s, Michele Papa, docente universitario. Infine, per Azione-Italia viva, Ernesto Carbone, ex parlamentare ed avvocato. Non ha condiviso l’accordo il gruppo Alleanza Verdi e Sinistra che invece, pur sapendo di non avere chance, ha puntato su Tamar Pitch, docente universitaria e giurista.

Sul nome di Carbone – diventato famoso per aver creato l’hastag ‘ciaone’, poi diventato un tormentone, all’indomani del referendum sulle trivelle nel 2016 dove non venne raggiunto il quorum – è intervenuto ieri Matteo Renzi. A chi gli chiedeva il perché avesse scelto proprio Carbone quale nome del Terzo polo, l’ex premier ha risposto: “Il Pd ha scelto un costituzionalista che aveva detto no alla mia riforma, il M5s ha scelto un professore di Firenze amico del professore Conte, io sarò libero di scegliere chi mi pare o me lo deve dire Conte?”. Fra questi dovrà adesso essere scelto il successore di David Ermini. Primo Plenum verosimilmente agli inizi di febbraio, dopo l’inaugurazione dell’Anno giudiziario. Il voto dipenderà comunque dai togati.

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