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Colonie agricole in alternativa al carcere: sopravvivono quasi solo in Sardegna, hanno un futuro? – LinkOristano

Oristano

Il 12 gennaio un incontro organizzato da Camera penale e associazione Sdr

La Sardegna è l’unica regione italiana in cui il Ministero della Giustizia ha mantenuto tre case di reclusione all’aperto. Un’altra soltanto si trova in Toscana, nell’isoletta di Gorgona. Le tre colonie penali agricole della Sardegna (Isili, Is Arenas e Mamone-Onanì) costituiscono dunque un unicum nazionale. Qual è la loro realtà e quale sarà la loro evoluzione?

Se ne parlerà giovedì 12 gennaio a Oristano, dalle ore 15 alle 19, nella sala conferenze del centro culturale Ex Hospitalis Sancti Antoni, in via Sant’Antonio, in occasione dell’incontro-dibattito “Colonie Penali in Sardegna: quale futuro?”. A promuoverlo sono l’associazione “Socialismo Diritti Riforme” e la Camera penale di Oristano. Sareà un’occasione per fare il punto sulle problematiche e sulle opportunità che la colonie penali offrono nel sistema penitenziario.

All’incontro sono previsti gli interventi di Maurizio Veneziano, provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria, Patrizia Incollu, Luisa Pesante e Marco Porcu, responsabili rispettivamente delle case di reclusione di Mamone, Is Arenas e Isili.

Saranno presenti anche la sindaca di Onanì, Clara Michelangeli, il sindaco di Arbus Paolo Salis, il primo cittadino di Isili Luca Pilia, e poi Emiliano Deiana e Paola Secci, rispettivamente presidenti di Anci e Cal Sardegna.

A introdurre l’incontro sarà Rosaria Manconi, presidente della Camera penale di Oristano. Coordinerà il dibattito Maria Grazia Caligaris, referente per le carceri di Sdr. All’incontro sono stati invitati anche rappresentanti delle organizzazioni agricole Coldiretti e Confagricoltura, avvocati, operatori penitenziari e i garanti territoriali di Oristano e Nuoro.

Maria Grazia Caligaris

Maria Grazia Caligaris

“L’appuntamento”, hanno spiegato Caligaris e Manconi, “vuole essere un’occasione per far conoscere una realtà spesso trascurata, ma anche stimolare gli operatori penitenziari e i responsabili territoriali a una maggiore iniziativa per valorizzare un sistema che offre lavoro e opportunità di riscatto alle persone private della libertà. In questi anni abbiamo assistito a una progressiva riduzione di presenze di detenuti nelle colonie penali e vorremmo capire perché mentre gli altri istituti sono sempre al limite della capienza regolamentare, e spesso la superano, queste case di reclusione sono occupate a meno del 50%”.

“Riteniamo insomma che sia importante discutere del futuro di una realtà che occupa 6.000 ettari di territorio, peraltro di pregio storico-ambientale-paesaggistico, con chi condivide quotidianamente prerogative e problematiche. Il nostro è un invito a riflettere e a collaborare per migliorare”.

Rosaria Manconi

Rosaria Manconi

Giovedì, 5 gennaio 2023

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