chatgpt-ha-scritto-una-proposta-di-legge-per-autoregolamentarsi

ChatGpt ha scritto una proposta di legge per autoregolamentarsi

Una proposta di legge scritta dall’intelligenza artificiale ChatGpt per regolamentare l’uso di se stessa è stata depositata in Regione Lombardia dal Pd, accompagnata da un’altra scritta dai consiglieri dem con l’aiuto del docente Luca Mari, dell’Università Carlo Cattaneo.

Si tratta di un’iniziativa “provocatoria”, spiega il consigliere Samuele Astuti, per “stimolare un dibattito che deve essere anche regionale”, specie dopo lo stop imposto dal Garante della Privacy che ha sospeso l’accesso al servizio ChatGpt nel nostro Paese.

In Italia, e probabilmente anche a livello internazionale, è la prima legge scritta dall’intelligenza artificiale. Che, per autoregolarsi, ha proposto di istituire un apposito Osservatorio. Secondo Astuti “siamo davanti a un’innovazione che costituisce un cambio di paradigma” motivo per cui “è necessario” che le istituzioni “riflettano su questa rivoluzione”, non solo a livello nazionale ma anche regionale.

ChatGpt, cosa prevede la proposta di legge

La pdl di ChatGpt è stata affiancata da un’altra proposta, che avevano avanzato nella precedente legislatura sempre i consiglieri del Pd per rendere chiara la responsabilità sul suo utilizzo e tutelare la privacy (uno degli aspetti che ha spinto il Garante a sospendere ChatGpt) e la trasparenza attraverso l’indicazione di chiare fonti informative.

Avvalersi di un Osservatorio per definirne l’utilizzo “è un ottimo suggerimento, il riconoscimento del fatto che in questo periodo c’è bisogno di continuare a capire” ha commentato Mari, uno dei massimi esperti in Europa sul tema.

ChatGpt, la conferenza stampa al Pirellone

Il docente, durante la conferenza stampa organizzata al Pirellone dal Pd, ha mostrato una conversazione avuta con ChatGpt sull’argomento, che concordava sull’importanza del dibattito. Connesso da remoto anche l’europarlamentare Pd Brando Benifei che ha sottolineato come pure in Ue si stia lavorando per arrivare a definire un regolamento. Ipotizzando, per esempio, il divieto di utilizzo della tecnologia per la sorveglianza biometrica negli spazi pubblici.

“L’idea – ha aggiunto Mari – è quella di condividere una prospettiva su quello che sta succedendo. E la novità sta nel come interagisce ChatGpt”. Perché strumenti come questo “senza accompagnamento sociale – ha concluso il docente – rischiano di diventare un amplificatore di differenze”. 

Related Posts

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *