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Case green, Parlamento Ue approva la direttiva e il governo protesta: “Irrealizzabile per l’Italia”

Il Parlamento europeo ha approvato la direttiva sulle case green per la riqualificazione degli edifici: 343 favorevoli, 216 contrari e 78 astenuti. Il governo Meloni si è sempre opposto alla norma. Ora si passerà alle negoziazioni tra governi e l’esecutivo avrà un’ultima occasione di cambiare la direttiva.

(A cura di Luca Pons – fanpage.it) – Il Parlamento europeo ha approvato la direttiva sulle case green, che prevede che entro il 2030 tutti gli edifici europei rientrino almeno nella classe energetica E, per poi salire alla classe D entro il 2033. Per gli edifici non residenziali e di proprietà pubblica, le scadenze sono anticipate: classe E dal 2027, classe D dal 2030. Il voto è arrivato con 343 favorevoli, 216 contrari e 78 astenuti. Ora il testo approvato dal Parlamento diventerà la base per i negoziati nel Consiglio dell’Unione europea, cioè tra i governi dei vari Paesi membri.

Uno dei governi che certamente si opporrà alla norma è quello italiano: i partiti della maggioranza di Giorgia Meloni si sono sempre schierati contro il testo, anche nel voto al Parlamento europeo. Il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, ha detto che la direttiva approvata oggi è “insoddisfacente per l’Italia” e che il governo continuerà a “battersi a difesa dell’interesse nazionale”.

In particolare, il ministro ha spiegato: “Non mettiamo in discussione gli obiettivi ambientali di decarbonizzazione e di riqualificazione del patrimonio edilizio”, ma manca “una seria presa in considerazione del contesto italiano, diverso da quello di altri Paesi europei per questioni storiche, di conformazione geografica, oltre che di una radicata visione della casa come ‘bene rifugio’ delle famiglie italiane”. Ha commentato anche il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini: “Un’altra direttiva sulla testa e sul portafoglio di 8 milioni di famiglie italiane, una mazzata economica in un momento di grande difficoltà per tanti. Sì ad incentivi, ma no penalizzazioni e divieti”.

Cosa cambia con la direttiva sulle case green approvata dal Parlamento europeo

La direttiva richiede di agire prima di tutto sugli edifici che consumano più energia. In Italia secondo le stime delle associazioni di categoria sono circa 1,8 milioni di case e uffici, e lo sforzo economico per riqualificarle sarebbe superiore a quello richiesto dal superbonus 110% negli ultimi due anni. Saranno esclusi gli edifici con un particolare pregio storico e architettonico, i luoghi di culto, gli edifici temporanei, le seconde case utilizzate per meno di quattro mesi all’anno e anche gli immobili autonomi con una superficie inferiore ai 50 metri quadri.

Queste esenzioni sono “un passo doveroso e necessario”, secondo il ministro Pichetto, ma per l’Italia “gli obiettivi temporali sono ad oggi non raggiungibili. Nessuno chiede trattamenti di favore, ma solo la presa di coscienza della realtà: con l’attuale testo si potrebbe prefigurare la sostanziale inapplicabilità della direttiva”.

Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia contrari ma sconfitti

“Forti anche della mozione approvata dal nostro Parlamento”, ha concluso il ministro, “agiremo per un risultato negoziale che riconosca le ragioni italiane”. Fino ad oggi, il governo ha criticato duramente la direttiva ma non è riuscito a convincere il Parlamento europeo ad apportare le modifiche che avrebbe voluto. Fin da quando il testo è stato presentato Lega e Fratelli d’Italia l’hanno definito inapplicabile per l’Italia, una “patrimoniale camuffata”. Oggi i partiti della maggioranza in Italia hanno ripetuto i loro argomento a Bruxelles, ma hanno raccolto una sconfitta.

Prima del voto, il capodelegazione di Forza Italia al Parlamento europeo Fulvio Martusciello ha detto che si stava “creando una maggioranza, speriamo in aula, che possa stoppare la cosiddetta direttiva green sulla casa”, perché tutti i gruppi parlamentari erano “divisi al loro interno”. I rappresentanti della Lega a Bruxelles hanno scritto che “l’Ue guidata da una sinistra sempre più ideologica e distante dalla realtà” ha approvato “un provvedimento sbagliato nel merito e nel metodo, un’europatrimoniale nascosta portata avanti senza minimamente tenere conto delle peculiarità del patrimonio edilizio del nostro Paese. Nessuna delle modifiche apportate rende il testo più accettabile”.

Infine, gli esponenti di Fratelli d’Italia all’Europarlamento hanno ripetuto che la direttiva “detta tempi irragionevoli, non tiene conto delle differenze tra i vari stati membri e non fa chiarezza sugli stanziamenti previsti per sostenere questo percorso. In queste condizioni, si prospetta una vera e propria ‘patrimoniale mascherata’ ai danni dei cittadini”. Nonostante le opposizioni, però, la direttiva è stata approvata. Incassata la sconfitta, l’esecutivo di Giorgia Meloni cercherà di apportare nuove modifiche nelle trattative tra governi.

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