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Blog | World Baseball Classic, 'l'isola a forma di diamante' da visitare per capirne le bellezze – Il Fatto Quotidiano

Il baseball è un’isola a forma di diamante che dal 7 al 21 marzo brillerà per il World Baseball Classic 2023. I riflessi di questo appuntamento irradiano anche noi, l’Italia, che come nelle precedenti quattro edizioni ci sarà! Un evento che equivale a un Mondiale visto che la Ibaf (International Baseball Federation) non organizza più quello ufficiale dal 2011.

Giappone, Taiwan e isole saranno teatro della prima fase, mentre il gran finale si terrà nella patria di questo sport, gli Stati Uniti. Gli americani, detentori del trofeo, possono definirsi i “maestri”, i giapponesi non sono da meno avendo vinto le prime due edizioni. Nel mezzo, la vittoria della Repubblica Dominicana nel 2013, ancora un’isola. Isole felici cui vanno aggiunte, per tradizione e blasone, anche Cuba e Porto Rico. Il baseball è un’isola di non facile approdo in Italia. Nonostante siamo uno dei Paesi più titolati a livello continentale, secondi solo al Belgio per medaglie agli Europei con la nazionale e con un campionato tecnicamente fra i più validi assieme a quello olandese, il numero dei praticanti non decolla oscillando intorno ai 22mila.

Per World Baseball Classic 2023 la Fibs (Federazione Italiana Baseball e Softball) ha provato a lucidare il diamante azzurro, con Mike Piazza a guidare una folta batteria di giocatori italoamericani provenienti dalla Mlb (Major League Baseball). Una campagna di comunicazione incisiva con testimonial come Elio e Faso, artisti da sempre amanti del baseball che hanno giocato anche ad alti livelli e Talisa Jade Ravagnani, già velina di Striscia, nipote del leggendario coach degli Yankees, Joe Torre. Talisa tra un’intervista e l’altra agli azzurri d’oltreoceano, in americano, ha replicato in un servizio fotografico un celebre scatto di Marilyn Monroe con la divisa e la mazza da baseball.

Il nome di Marilyn evoca quello dell’ex marito, Joe Di Maggio, mito assoluto dei New York Yankees originario di un’isola, la Sicilia, e di una città che isola non è se non nel nome, Isola delle Femmine. Giochi di parole, ma il celeberrimo campione, se fosse vissuto oggi, di certo avrebbe potuto giocare nella nazionale di Mike Piazza. Anche lui di origini siciliane, come alcuni giocatori, e ci avrebbe fatto sognare perché nel baseball isole e sogni hanno un legame particolare. Ellis Island ad esempio ha accolto i nonni e i padri di tanti di questi campioni e cittadini italoamericani. Poco a nord di Palermo, nel Tirreno, c’è Ustica, che fu teatro di un miracolo, quasi un miraggio sportivo legato a baseball e softball.

Una comunità di mille anime che negli anni Settanta fu folgorata da un’intuizione di Bruno Beneck, allora presidente Fibs, che issò le due squadre usticesi, maschile e femminile, fino alla serie A e portò anche un’atleta alle Olimpiadi di Sidney 2000. Poco dopo il sogno aggrappato a quello scoglio a forma di tartaruga svanì, ma l’epopea trentennale dell’Ustica è stata raccontata più volte, magnificamente nel documentario Ustica, gli anni del diamante. Guardandolo si tifa per loro e si guarda a quest’isola minuscola e la sua gente che si emancipò andò in giro per il mondo e si fece conoscere grazie a uno sport. Il baseball è quell’isola a forma di diamante che bisogna visitare per provare a comprenderne le bellezze. Il World Baseball Classic 2023 è una buona opportunità per farlo.

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