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Andrea Rosas, il sogno dopo I Soliti Ignoti: “Mi piacerebbe condurre”

Pastore, impiegato nel settore veterinario ma anche cantante e volto televisivo. Andrea Rosas è una di quelle figure che ingentiliscono il nome della Sardegna per simpatia, abilità e orgoglio.

In tanti lo riconoscono come “cantante-pastore”. Per i suoi spettacoli. Per il modo divertente e genuino con cui racconta la sua vita. E lo scorso anno è balzato ulteriormente agli onori per aver coverizzato in maniera personale il brano “Anima Mia” assieme al Tenore Su Remediu di Orosei.

Nei giorni scorsi è stato ospite de I Soliti Ignoti, programma televisivo di Raiuno condotto da Amadeus, in cui ha potuto esibirsi con una canzone a cappella.

Come sei arrivato al programma “I Soliti Ignoti”?

Mi hanno contattato loro e chiesto di partecipare. Mi sono ritrovato al Teatro delle Vittorie a Roma dove si registra il programma, mi hanno chiesto di portare tre outfit riconoscibili. Così ho portato un abito che mi avevano fatto dalla sartoria Istimentos di Samugheo per poter fare le serate. E loro mi hanno cucito sopra una nota musicale. Sono stati abbastanza veloci, mi sono rapportato ad un autore che ha spiegato cosa sarebbe andato in onda. Poi è arrivato Amadeus e dopo dieci minuti abbiamo iniziato.

Com’è Amadeus?

Guarda è una bravissima persona, molto accogliente. Mi ha messo a mio agio. È molto attento, è capitato che qualcosa non andasse bene e ha fermato tutto, fatto rifare con molta gentilezza. È molto tranquillo, molto alla mano, uno di noi. 

Per chi non ti conoscesse ancora.. racconti chi sei? 

Mio padre ha una azienda agricola e di riflesso ci lavoro. Per questo mi è stato dato l’ appellativo del pastore-cantante che per me è una cosa normalissima. È un tratto distintivo della mia persona. Poi canto da tantissimo tempo. Ho partecipato ad un talent, ma non è andata bene. Però a livello regionale ho fatto tante cose. Lavoro con una agenzia di spettacolo che mi porta in giro per le piazze. Poi quest’anno avrò  uno spettacolo nuovo che si chiama “Pitzinnos de Sardinia” dove porto le canzoni scritte da Nicola Cancedda, Benito Urgu e Maria Luisa Congiu. Porterò anche canzoni famose rivisitate con la mia band. Faccio quello che mi piace e spero di farlo bene.

Ritieni che Pastore – Cantante non sia un appellativo negativo. Ma è capitato che ti venisse detto in senso dispregiativo?

Non è mai successo. Se me lo dicono, a me fa piacere. Anche a livello televisivo questa cosa piace tanto. Non mi offendo. Il pastore è un lavoro dignitoso come ce ne sono tanti altri. Probabilmente qualcuno si aspetta una persona un po’ grezza, ma si sono evoluti anche i pastori nel tempo. Io ho un diploma, esco, giro, mi faccio i viaggi, vivo come fanno tutti.

La tua giornata come si articola?

Mi sveglio molto presto, anche perché sono un impiegato pubblico, ho vinto un concorso due anni fa. Mi sveglio alle 3, vado in azienda, mungo le pecore, vado a lavoro, ritorno in azienda e alle 7 sono a letto. Poi in estate, quando la pecora non si munge, sono molto più libero di fare le serate.

Hai qualche sogno nel cassetto?

Ho fatto canzoni che hanno avuto un buon riscontro da parte del pubblico. Anche la cover di “Anima Mia”, ha un milione di visualizzazioni. Il mio sogno sarebbe quello o di condurre un programma tutto mio oppure fare un pezzo con un artista nazionale.

E Sanremo?

Eh… Sanremo è in Liguria (ride). Battute a parte, vivo molto alla giornata. Se dovesse capitare, non mi tirerei indietro. Mai dire mai. È un traguardo che se dovesse arrivare, ben venga.

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