Il blitz dello Zar del Cremlino
Fabio Calcagni — 19 Marzo 2023
Vladimir Putin alza il livello dello scontro e delle provocazioni con Kiev e, all’indomani della visita in Crimea, il territorio ucraino occupato e annesso con un referendum illegale nel 2014, ha effettuato una “visita di lavoro” nella città ucraina di Mariupol.
Già ‘sede’ dell’atroce bombardamento del Drama Theater e del lungo assedio all’acciaieria Azovstal, Mariupol è diventata nei 13 mesi di conflitto un luogo simbolo, una “città martire” ormai caduta in mano russa.
A rendere noto del viaggio a Mariupol sono le agenzie stampa russe. Putin ha “ispezionato una serie di luoghi della città e parlato con i residenti locali“, spiega Mosca aggiungendo che il presidente russo “si è recato a Mariupol in elicottero; ha guidato un veicolo lungo le strade della città, fermandosi in diverse località”.
And here Putin visits some locals who tell him they were “praying for him” and say Russia built them a “little piece of heaven” to replace their destroyed apartments. pic.twitter.com/pXtUhalSKx
— max seddon (@maxseddon) March 19, 2023
“Nel microdistretto di Nevsky, il presidente Putin ha parlato con i residenti della città e su invito di una famiglia è entrato dentro casa. Il capo dello Stato – precisa il servizio stampa del Cremlino – ha anche esaminato la costa di Mariupol nell’area dello yacht club, dell’edificio del teatro, luoghi memorabili della città”.
The Kremlin says Vladimir Putin visited Mariupol, the Ukrainian city Russia’s invading army razed to the ground, overnight by helicopter.
This is a show of defiance after the ICC arrest warrant – Ukraine says 1,000 of the 14,700 children Russia abducted are from Mariupol. pic.twitter.com/vtyuTbEtY1
— max seddon (@maxseddon) March 19, 2023
Una visita a sorpresa che segue quella in Crimea, avvenuta nel nono anniversario dell’adesione della regione alla Russia, e a due giorni dalla decisione della Corte penale internazionale di spiccare un mandato di cattura nei confronti del numero uno del Cremlino.
Lo Zar sarebbe “responsabile del crimine di guerra di deportazione illegale di popolazione (bambini) e di trasferimento illegale di popolazione (bambini) dalle zone occupate dell’Ucraina alla Russia”. Oltre a Putin, è finita nel mirino anche Maria Alekseyevna Lvova-Belova, commissaria per i diritti dei bambini presso il Cremlino.
“La Corte penale internazionale ha emesso un mandato di arresto per Putin. Una decisione storica, da cui partirà la responsabilità storica”, ha commentato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo discorso serale riportato su Telegram, mentre il suo omologo americano Joe Biden ha parlato di mandato di arresto “giustificato” perché Putin “ha chiaramente commesso dei crimini di guerra”.
Di segno opposto le reazioni a Mosca. La portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha dichiarato che “le decisioni della Corte penale internazionale non hanno alcun significato per il nostro Paese, nemmeno dal punto di vista legale”. Di tono ben più duro, come da personaggio, il commento del vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev, fedelissimo di Putin ed ex presidente della Federazione Russa. “La Corte penale internazionale ha emesso un mandato d’arresto contro Vladimir Putin. Non c’è bisogno di spiegare DOVE dovrebbe essere usato questo documento“, ha scritto su Twitter.
Va ricordato come gli Stati Uniti, così come la stessa Russia e l’Ucraina, non hanno ratificato lo Statuto di Roma, il trattato che istituì la Corte penale internazionale, di cui quindi non accettano la giurisdizione.
Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.
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