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AgenPress. Invocare lo stato di diritto per Cospito, manifestare senza autorizzazione, attaccare posti di polizia, creare disordine sociale, provocare le forze dell’ordine per arrivare allo scontro, sono questi tutti reati puniti dalla legge.
Questo è ciò che sta accadendo a Napoli ed in altre città d’Italia ad opera di un ristretto numero di soggetti che parteggiano palesemente per l’illegalità, perché è solo questo il termine che si può usare per definire i comportamenti che hanno portato Alfredo Cospito al carcere ed al 41bis .
“Assistiamo perfino – commenta il Segretario Generale Provinciale del sindacato di polizia Coisp Giuseppe Raimondi – cosa gravissima, agli onorevoli che vanno in carcere a trovare Cospito ed altri detenuti al 41bis per sincerarsi sulle loro condizioni di salute.
Non mi pare che questi “signori” abbiano avuto la stessa accortezza e premura nell’andare a far visita ai familiari di tutte le vittime di Cospito e di altri come lui condannati al carcere ostativo. A mio modesto parere, credo debbano essere innanzitutto ricordati la salvaguardia ed il rispetto dei diritti dei tanti cittadini innocenti colpiti e danneggiati dalle azioni terroristiche, anarco-insurrezionalistiche e mafiose.
Questo dovrebbe essere il compito di un parlamentare: dare maggiori garanzie di punibilità nei confronti di chi si macchia di siffatti atroci delitti calpestando la legge, lo Stato e la vita stessa. I cittadini onesti chiedono certezza della pena senza “sconti” di alcun genere per chi delinque e non solidarietà e visite in carcere per costoro.
Sono tantissimi i genitori, i fratelli, le sorelle, i figli che piangono i loro cari uccisi da atti terroristici e mafiosi ed è a loro che va la mia solidarietà e che dovrebbe andare quella dei parlamentari tutti.
Spero – conclude il sindacalista di polizia – che il Questore di Napoli, Alessandro Giuliano, abbia già avviato le procedure per identificare e punire questi delinquenti che, senza autorizzazione, hanno dato luogo a manifestazioni e disordini per le vie cittadine”.
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